Tre giorni fa il Cardinale Ruini ha esordito asserendo "che non si aspettava un caso Terri Schiavo in Italia", ieri l'attuale presidente della CEI, il Cardinale Bagnasco afferma che "pur essendo poche le possibilità di recupero, lo stato vegetativo non può mai essere definito irreversibile". Sono affermazioni che mi danno di che pensare, come cittadina, parte integrante del tessuto sociale italiano, oltre che come cattolica. Intanto mi chiedo perchè l'Italia dovrebbe essere un zona geografica dove non possa esistere un "caso Terri Schiavo":
- forse in Italia non ci sono casi di Stati Vegetativi Permanenti come nel resto del mondo? Eccome se ci sono, anche se un modo distorto di vedere il mondo tende ad allontanare, isolare e insabbiare tragici avvenimenti come questi. E' facile non dare importanza a ciò che ci imponiamo di ignorare, così come scandalizzarsi quando qualcosa emerge dalla coltre di nebbia rendendo note le nostre ambiguità e voragini sociali. Tutto ciò che ci fa scomodo, che ci impone di pensare e riflettere viene chiuso nell'omertà, nel farsi i fatti propri "tanto queste cose non riguarderanno mai me".
E tornando al "caso Terri Schiavo" mi chiedo se sia effettivamente vera l'affermazione del Cardinale Bagnasco, se serva a riflettere o a rendere ancora più stagnante quello che è già assurdamente fermo in Italia.
(preso da http://en.wikipedia.org/wiki/Terri_Schiavo )
L'immagine che vedete qui sopra è la tomografia computerizzata del encefalo di Terri Schiavo (a destra) nel 2002, quando era ancora tenuta in vita, e di un paziente normale di 25 anni (a sinistra). La zona nera visibile in quello di Terri Schiavo indica la perdita di tessuto neurale, soppiantato da liquido. Le zone corticali (ossia quelle vicine alla scatola cranica e caratterizzate da creste) rimaste intatte sono poche e non funzionali (come è stato visto tramite EEG). Tutte ciò che era deputato a quella porzione di sistema nervoso è andato per buona parte perso e non è più ripristinabile. Non sono una neurologa, ma quel poco che so mi fa dubitare sulle possibilità di revertire lo stato vegetativo di situazioni come queste. Molti di noi con nonni o genitori con patologie neurodegenerative, quali Alzheimer e Demenza senile, hanno toccato con mano e toccano con mano quanto già relativamente "minori" lesioni dell'encefalo causano "perdite di abilità" anche gravi.
(preso da http://gamma.wustl.edu/ci001te117.html )
Qui sopra la tomografia di una donna di 76 anni affetta da demenza.
La persona in stato vegetativo probabilmente non è possibile considerarla biologicamente morta, o comunque è difficile determinare un confine netto. Ma anche se è così per legge un paziente può rifiutare le cure, rientra nei suoi diritti. E la nutrizione enterale, ossia il sondino naso-gastrico, è una terapia medica, così come lo è l'amputazione di un arto in caso di gangrena, o come il trapianto di fegato in caso di epatite fulminante, o come la trasfusione di sangue in caso di emorragia: sono disposizioni salva-vita a cui un paziente può rifiutare di sottoporsi per quanto assurdo possa sembrare al resto del mondo. Allora se i pazienti in stato vegetativo sono vivi e hanno i diritti di tutti pazienti, tra questi rientra il diritto di rifiutare cure mediche. Cosa è che manca? La coscienza sociale, l'informazione e quella che da troppi viene considerata un eresia: il testamento biologico. Se per me cattolica è vita anche quella in condizioni di stato vegetativo e desidero viverla, lo scrivo e quella è la mia e solo mia volontà, che non ha niente a che vedere con quella degli altri, con il senso che gli altri danno alla propria vita. Chi sono io per imporre la mia definizione di vita agli altri? E chi sei tu, resto del mondo, per imporre a me la tua definizione?
E' una questione di avere le palle (perdonatemi la parola poco fine) di aprire un dibattito serio che non coinvolga solo quelli "del mestiere" ma tocchi tutti perchè è qualcosa che riguarda tutti, e decidersi di colmare questo imbarazzante vuoto istituzionale e sociale.
ciao Ste
RispondiEliminache bel post che hai scritto...
molto tecnico... parli da esperta... a me le tomografie non dicevano molto, ma il ragionamento fila...
che diritto hanno gli altri di poter scegliere sulla nostra vita?
nessuno...
abbiamo diritto di vivere anche noi... in qualunque modo ci è dato farlo... potrebbe arrivare un giorno in cui si riesca a trovare la cura a tutte queste condizioni o malattie degenerative... e quel giorno le persone con queste patologie potrebbero tornare a vivere normalmente...
forse sono una visionaria o una che vive di illusioni e speranze...
buon mercoledì
Un bel post che fà pensare; in realtà a pensare a quello che stà combinando dovrebbe essere solo il Vaticano.
RispondiEliminaciao!