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8 febbraio 2010

Un amore non lo puoi dimenticare

Ieri sono andata a vedere la prima partita di campionato della "mia" squadra milanese di pallanuoto, quella dove mi sono allenata negli ultimi 4 anni. Non tornavo in quella piscina da giugno, dall'ultimo allenamento fatto (e che ora neanche bene ricordo). Prima di entrare negli spalti ho sentito il cuore battere a mille, fortissimo. Da quando ho deciso di lasciare pallanuoto mi sono sempre tenuta lontana dalla piscina perché il tempo tende a sfumare tutto e si rischia di dimenticare i motivi delle scelte, o meglio, di sentirli meno. Andare oggi a vedere la loro partita è stata una specie di prova di forza, anche se prima non lo pensavo realmente, ma sentirmi agitata prima di entrare mi ha fatto capire come è difficile mettere via una parte di me stessa in cui ho dato fisicamente e mentalmente tanto. Durante la partita ho gridato così tanto da rimanere quasi senza voce, chi mi stava intorno deve avermi preso per esaltata. Ma era più forte di me, non riuscivo a essere una tranquilla spettatrice, infondo alcune di quelle ragazze le ho viste crescere in 4 anni, infondo era come se fossi anche io in acqua con loro. A fine partita Giadina mi ha chiesto come mai ho lasciato, dire che gli orari del laboratorio sono troppo variabili è il modo più semplice di rispondere, tralasciando tutto il resto per non complicare. Ale mi ha chiesto Ma a vedere la partita non ti viene voglia di ritornare?, ho risposto Ale con il laboratorio non posso, ed è come se non avessi risposto, anzi, non ho risposto.
La realtà è che un amore non lo puoi dimenticare, se un giorno diventerà indifferente vuol dire che non è stato amore.

5 ottobre 2008

La mia festa di laurea

Cosa scrivere? Veramente non lo so, se non Grazie mille di cuore per questa festa, per questa serata passata a divertirci e scherza, per il tocco e la fascia da Dottora (o dottoressa che dir si voglia). Soprattutto grazie Kia, per tutto, anche per quello che il resto del mondo non nota neanche.
Fascia da Dottora

Cin Cin!

10 luglio 2008

Mistero del commentatore anonimo

Squillino le trombe (e non invertite le parole...potrebbe uscirne fuori qualcosa di politically incorrect): ho risolto l'enigma del commentatore anonimo (per chi non fosse a corrente o si fosse dimenticato leggete il 22 Giugno) grazie al prezioso aiuto di Eli.

Ebbene la storia si svolge così:
- Domenica 22 Giugno, Ste decide di scrivere un "commento personale" sulla manifestazione Pallanottebianca svolga giusto la notte prima, senza troppi peli sulla lingua
- Lunedì 23 Giugno, giunta a Cosenza, entra nel suo blog e nota un commento al suo post, lasciato da un anonimo e il suo primo pensiero è Porca pupazza, che figura di m****!. Cosa è successo? Quello che neanche le mie previsioni potevano prevedere: il presidente del Vimercate (a cui devo tutto ciò e che gentilmente, ehm, ringrazio) va su Google e, secondo la mia tesi, cerca Pallanottebianca. Trattandosi ancora di lunedì mattina, a aver scritto qualcosa a proposito sono in pochi (tra cui io), per cui indovinate cosa va a leggere? il mio post ovviamente. Innanzitutto precisa ciò che io non sapevo, da qui il commento anonimo. Ma questo non basta: conoscendo bene le persone citate (alias Matteo, il mio allenatore, e Alberto Mussi, meglio noto come "l'amico di Matteo") ha la brillante idea di prendere in mano il telefono e di raccontare loro della "scoperta" (della serie: come essere platealmente sputtanati ).

Caso chiuso. Alla prossima figura di m****.

23 giugno 2008

Figura di m***a...

...non ho altri modi per definirla.
Porca pupazza!

22 giugno 2008

Pallanottebianca

Con questa notte appena trascorsa ho concluso la fase pallanuoto per quanto riguarda questo anno, per toccare di nuovo il pallone ci vorrà ottobre. Sono distrutta a livello fisico, giocare più partite in poche ore è massacrante; se poi si fanno squadre miste e capita un giocatore dei master alto, grosso e cattivo vi lascio immaginare...in realtà, in quanto a cattiveria, devo ammettere che questa volta sono stata alla pari. Non ho certo fatto falli gratuitamente, ma ho restituito tutto pan per focaccia: vuoi sfruttare, credendoti l'uomo più furbo del mondo, il fatto che sei fisicamente più forte di me? Bene ti faccio vedere che non sei capace. Dolori a parte è stata una nottata grandiosa, non mancava la rivalità tra le squadre, ma soprattutto c'era birra, vino, vodka e tanto casino. Senza contare che, accanto alla piscina, c'è stata la festa del PD, quindi altra birra insieme a costolette e mazurca. Adesso dovrei almeno dire qualche parola su qualcuno, ma non so quali. Non ricordo il suo nome, tutti lo chiamavano Mussi e noi ragazze lo chiamavamo "l'amico di Matteo", non ricordo neanche se mi abbia detto il suo nome, comunque lo avrei dimenticato lo stesso (difficilmente ricordo i nomi la prima volta che me li dicono). Non ho un motivo in particolare per cui mi ha colpito, o meglio ci sarà ma non so quale è. Sono le sensazioni le lanterne che mi guidano e raramente ho la possibilità di chiedere perché e, fin ora, non hanno mai sbagliato. Da prima che iniziasse la Pallanottebianca avevo incollata a me la sensazione che "l'amico di Matteo" mi avrebbe colpito. Alla fine ho sentito che era ed è qualcosa di irraggiungibile e intoccabile. Per questo lo metterò da parte, insieme a quelli che sono rimasti solo nella mia testa.

14 giugno 2008

Calottina numero 10

Dopo quasi 3 anni ho re-indossato la calottina numero 10, il mio numero da quando sono rinata in questo sport. Si trattava di un'amichevole organizzata quasi all'ultimo momento, ma questo poco importa. Ho preferito rinunciarci durante il campionato per evitare ulteriori tensioni, scegliendo il numero 5, quello di Rachele che è stata guida e esempio durante l'ultimo anno nella mia vecchia squadra. Avevo ancora altro in testa da scrivere mentre tornavo sul tram ma è come se i pensieri si fossero dispersi durante gli ultimi 20 minuti. O meglio come se si fossero concentrati in un punto non accessibile, quello che si apre dietro le parole che non riesco a dire. Vado a nanna.

25 maggio 2008

Sceme più sceme

Eccoci qui, sceme più sceme, a fare casino sul regionale Milano Centrale -Torino Porta Nuova, andata e ritorno. Dopo il nostro allenatore, dovrei esser la più grande...ma, come età mentale, non ci metterei la mano sul fuoco: sono riuscita a farmi cazziare dal controllore (donna ovviamente) per aver messo i piedi ai lati del sedile di fronte a me. Ma che ci posso fare se io seduta in modo normale non ci so stare? Cosa scrivere in realtà non lo so. Al di là degli screzi e degli scazzi, come potrei non volere bene a queste ragazze e al rinco del nostro allenatore (scherzo Matte, lo sai...)?

Non sono la mia squadra, cioè quella con cui sono cresciuta nei miei anni liceali, quella che non avrei mai lasciato se non mi fossi dovuta trasferire dall'altro capo dell'Italia all'inseguimento di un sogno. Però è l'unica squadra con cui giocherei qui e mi dispiacerebbe se l'anno prossimo non fossimo più tutte insieme; ora come ora preferisco non pensarci.

17 maggio 2008

Sarà sempre la mia passione

Forza. Ecco cosa mi da' la pallanuoto: una straordinaria forza, non semplicemente fisica ma parte dalla mia mente, dalla mia anima e pervade tutto il corpo. E' come sentirsi il sole dentro, una gioia intima che esplode nell'acqua, catalizzata dalla pallanuoto. E' la voglia di fare, di continuare, di superare se stessi, di dire no a qualsiasi tipo di blocco. Chiude la mia mente a ogni pensiero, a ogni dubbio, a ogni scazzo, tramuta tutto, anche questo mio esser così. Per questo amo questo sport, per questo sarà sempre la mia passione. Da martedì mi sono allenata come non credevo di fare più, togliendo fuori tutto quello che potevo. Ora c'è la partita, ora devo confermare tutto ciò, ora ci devo credere veramente. Poco importa se la mia mente ora vola altrove, troverò in acqua la forza anche per questo momento.

11 maggio 2008

E mi trovo a pensare che forse non fa più per me

Non ci sono molte parole da scrivere, non ci sonno giustificazioni quando si entra in acqua e non si gioca, perché questo ho fatto, questo faccio dall'inizio del campionato. Non sono io quella persona con la calottina 5, non sono la Ste che litigava, gridava, piangeva pur di continuare a giocare, pur di smazzarsi per 4 pomeriggi a settimana, nonostante la scuola, nonostante i miei, nonostante tutto. Dove è finita la botta di adrenalina che mi dava la carica nel pre-partita? Dove è finita la forza mentale che mi diceva "Tu ce la puoi fare!"? Non lo so, semplicemente non lo so cosa mi manca e mi dispiace, mi dispiace molto perché sto deludendo tanti e, soprattutto, sto deludendo me stessa, sto deludendo la mia passione. E mi trovo a pensare che forse non fa più per me, ma poi mi dico "Ma che cappero pensi? hai lottato contro tutti ora non riesci a lottare contro questa parte di te? Vuoi buttare già la spugna?"
Domani allenamento, domani discussione se questa è una squadra o se ci stiamo solo prendendo in giro, già domani.