Comunque oggi ho comprato la mia Smemo, la mia fedele compagna di questi anni accademici trascorsi (e spero pure di questo che deve iniziare, se passo il test di ammissione). E' il mio diario di sfogo, di ricordi, di memorandum, di pensieri, di tutto...tranne che degli impegni e dei "compiti" (ho smesso di scrivere i compiti quando ero in secondo liceo, tanto meno mi segno cosa devo studiare ora che sono un universitaria su per giù vissuta).
Il motivo per cui compro sempre la Smemo dal 2005 in poi di preciso non lo so. Un po' sicuramente per quello che scrivono i vari autori. Oggi ho letto il primo e penso valga la pensa copiarlo su questo spazio virtuale. Buona lettura (se avete pazienza).
Il Limbo delle Parole d'Amore Perdute sta nel Cielo di Mezzo, tra il pallore della luna e il lampeggiare dei satelliti. Più luna che satelliti, però.
E' un posto che non si vede a occhio nudo e neppure col telescopio. Ma c'è, bisogna credere fermamente che ci sia, se no che senso avrebbe tutto l'amore trasmesso nella vita. A difenderle, le Parole d'Amore Perdute, c'è l'angelo Tivibì, che le custodisce, incasellate per ordine alfabetico, in una gigantesca parete-libreria piantata nel cosmo. L'angelo custode Tivibì è bellissimo, tanto bello che non lo si riesce neppure a immaginare; forse lui stesso è un'immensa Parola d'Amore Perduta, o è la summa di tutte quelle che si sono perse nell'oblio delle nostre vite contemporanee, così piene di tecnologie perfette ma tanto distratte.
Per esempio le mail che hanno sostituito la carta. Quante parole d'amore contiene una lettera? Milleottocento, duemila ogni pagina di computer. E quante ne abbiamo spedite in questi giorni, in questi mesi, in questi anni, rubando ore di sonno o minuti di studio o di ufficio...
lettere che da schermo a schermo corrono fulminee lungo i cavi informatici. Viaggiano per pochi metri o qualche migliaio di chilometri. Storie d'amore meravigliose o piccoli sentimenti di rimbalzo. Cose tutte importanti, certo, ma soprattutto consumate in fretta sui tasti di un computer e su una pagina retroilluminata di lettura, con il correttore automatico a segnare errori e un "salva con nome" per archiviarle. Archivi labili, quelli informatici: hanno cuori e anime senza occhi e voce, e morie al tungsteno nascoste nell'hard disk.
Le nostre parole d'amore, destinate a perdersi, finiranno nel Limbo del Cielo di Mezzo: arriverà primo o poi un cambiamento di tensione in volt o la necessità di modernizzare l'impianto sostituendo il computer, a cancellarle per sempre. Così come i milioni di sms, di tre lettere o di tre pagine che si conservano per poco e poi si tagliano per lasciare libere le memorie dei telefonini o perchè il cellulare è vecchio e "muore" bruciando tutti i suoi contenuti, o perchè l'amore è finito e per rabbia o per difesa basta andare in "elimina messaggio" e premere un tasto.
Le Parole d'Amore che non si perdono sono quelle scritte a mano - qualche volta sui muri - quelle "carta e penna" che una volta si conservavano in fondo agli armadi nelle scatole delle scarpe o dei biscotti. I nostri padri e le nostre madri conoscevano solo quel modo per dire "ti amo". Ese lo rileggevano a distanza di trent'anni, magari. Per commuoversi o incazzarsi, ma comunque per provare qualcosa di meglio dell'oblio.
Il progresso, già. Ci ha migliorato la vita. Comunicare i sentimenti è oggi possibile "in diretta", con la webcam, anche se si è partiti per il Congo. Se ci si cerca ci si può trovare a tutte le ore, per telefono e in fretta. O mandarsi una fotografia. Le nostre Parole d'Amore hanno subito accelerazioni impensabili solo dieci anni fa. Tanto veloci che a volte non abbiamo neppure il tempo di meditarle.
L'angelo Tivibì è lì per questo. Nel suo Limbo delle Parole d'Amore Perdute nessuno ha fretta. Un giorno, quando tutto si calmerà e gli uomini torneranno a vivere di occhi, di voci, di mani, di cuori, di scritte indelebili e sogni che durano una notte intera, milioni di scatole da scarpe, con tanto di nastro di raso, ci riporteranno le parole scritte in fratta pigiando i tasti minuscoli delle nostre frenesie. Se ne straranno al buio, in fondo ai nostri armadi. Tanto prima o poi le troviamo...
Gino e Michele
Anche se le parole scritte sul cemento non sono indelebili, basta un po' di vernice e ho dovuto constatarlo questa estate.
Anche se le parole scritte sul cemento non sono indelebili, basta un po' di vernice e ho dovuto constatarlo questa estate.
bentornata ste! io niente smemoranda, ma un'agendina di non so che secolo fà (andavo tipo alle elementari quando me l'hanno regalata). l'ho trovata in un cassetto ed è bastato aggiungere i giorni. sarà il mio ultimo anno da universitaria(corna facendo, se non mi intoppo in qualcosa!) e questo è come una chiusura del periodo ritrovando una cosa dei primi anni di scuola!
RispondiEliminaHo avuto la Smemoranda solo all' ultimo anno delle superiori, e l' ho riempita solo dopo un paio di anni.
RispondiEliminaLe pagine completamente bianche mi facevano rimpiangere il mio vecchio diario di Lupo Alberto che dopo il primo mese di scuola non aveva più spazio per le mie cretinate e per i compiti da appuntare.
In compenso quella Smemo è piena di cose che hanno significato troppo per non annoverarla tra i miei oggetti del cuore.
ciao dopo una serie di problemi ed ostacoli, sono finalmente tornata qui.... ^_____________^
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