31 maggio 2010

Clive Staples Lewis - Citazione


Experience is a brutal teacher, but you learn. My God, do you learn.

Già imparare che non posso stare sveglia fino a questa ora sarebbe un bel passo avanti. Benedetto cervello nottambulo.

30 maggio 2010

Dennis Hopper - Citazione

You want to hear about insanity? I was found running naked through the jungles in Mexico. At the Mexico City airport, I decided I was in the middle of a movie and walked out on the wing on takeoff. My body… my liver… okay, my brain… went.

29 maggio 2010

Un libro

C'è chi dice che l'arrivo dell'iPad sia la fine del libro. Io non la vedo così. Un libro non è solo la storia che racconta ma un insieme di sensazioni che nessun mezzo tecnologico può realmente darti. Un libro è l'odore della carta appena stampata e l'odore che prende una volta che lo hai vissuto, è girare le pagine, magari inumidendosi il dito, è tenere il segno con un'orecchietta o un segnalibro, è vederli sistemati nella libreria con un criterio in cui solo tu capisci qualcosa.

Un libro è qualcosa che non può esser così facilmente sostituita, è una passione e come tale va al di là del progresso.

28 maggio 2010

Incontro

Ho incontrato Bepp. Non sono capace di mettere in parole questo incontro perché quello che ho in testa non si può tradurre in parole. Vorrei capire realmente fin in fondo, capire me stessa prima di tutto.

27 maggio 2010

Emicranea

Trattenere le lacrime, perché non ti va di mostrare qualsiasi cosa, distrugge come piangere. Quelle lacrime le senti battere alle tempie, un bombardamento incessante che fa esplodere la testa.

26 maggio 2010

Augusto (Gugu) Rasori e Giorgio (Giors) Sommacal - Citazione




99 Posse - Citazione

Democrazia cristiana, ripetutamente
partito socialista, ripetutamente
leghe e fascisti, ripetutamente
democratici di sinistra, ripetutamente
rifondazione comunista, ripetutamente
l'ala presidenzialista, ripetutamente
e prefetti e i ministri, ripetutamente
Vuttatv rin't'o cess.. ripetutamente!

25 maggio 2010

Spinoza.it - Citazione

Il sofisticato identikit del tifoso ricercato indicava “Uno con la maglietta rossa”. Paperoga già si caga addosso.

E' un po' in ritardo ma la scorsa settimana non ero mentalmente connessa.

24 maggio 2010

E.B. White - Citazione

Writing is both mask and unveiling.

Update

E' da un po' che non faccio un update della mia situazione sentimentale. Probabilmente uno dei motivi è che tutti questi cambiamenti non ci sono stati (ma questo è un "piccolo" dettaglio).

Comunque sia le vecchie "storie" sono rimaste tali:
- con Jo sono in periodo amicizia e devo dire che mi va più che bene così, so che posso contare su di lui quando ho bisogno di parlare ed è una qualità senza prezzo. Che poi le nostre chiacchierate oscillano invariabilmente tra musica, calcio, ragazze/ragazzi, università e pseudo-politica. Ultimamente abbiamo parlato di macchine fotografiche, lui vuole far aggiustare al sua vecchia Polaroid. In qualche modo siamo sempre sulla stessa lunghezza d'onda.
- Bepp, a parte gli auguri fatti ieri, è dato per disperso. Anzi già l'avermi invitato, tramite facebook, al suo compleanno (a cui non sono andata visto la mancanza di mezzi di locomozione a motore) e l'avermi risposto al cellulare ieri notte sono dei fuori-programma. La realtà di questi mesi è stata che il personaggio in questione è letteralmente scomparso nel nulla, vuoi gli esami, vuoi altro, si è volatilizzato. La mia reazione istintiva è stata un misto tra mandarlo a farsi benedire e far finta di niente. Ovviamente non lo ho cercato: la mia testardaggine va al di la di qualsiasi cosa io possa provare. Gli esami hanno contribuito al mio non ci pensare. La sera prima dell'orale dell'esame di proteomica (se non erro l'8 aprile) sono uscita giusto perché Ale il giorno dopo sarebbe tornata a Lecce. Serata tranquilla, non potevo neanche bere per via delle punture di Voltaren e Muscoril. Tranquilla fin quando è apparso lui. Con un po' di cervello in più avrei collegato subito la sua presenza, è pur sempre uno amico di vecchia data di Ale. All'inizio ho fatto più o meno di tutto per stargli alla larga (la scusa dell'esame e del mal di schiena copriva benissimo il mio scazzo dovuto a Bepp). Poi ha messo il braccio intorno alla mia vita e mi ha presentato agli amici: io ho iniziato a sciogliermi come neve al sole. Nel salutarmi mi ha stampato due baci a filo di bocca. Era praticamente ubriaco. Il giorno dopo mi chiede dell'esame, un paio di messaggi e di nuovo nel nulla. Fine aprile, sclerata all'ennesima, gli ho inviato un messaggio su facebook, una sorta di ultimatum: avevo (e ho tuttora) il bisogno di mettere un po' di ordine, dovevo capire se considerarlo parte della mia vita (anche senza specificarne il ruolo) o meno e per fare questo avevo il bisogno di parlare a quattrocchi. Se non mi rispondeva lo avrei tagliato fuori. Mi ha risposto ma parlare proprio no. Io lo ho tagliato fuori.
Novità, come detto, non ce ne sono granché. Nella prima parte di maggio mi ritrovavo a scambiare sguardi con più ragazzi ma era più che altro un gioco e il più delle volte non ho più rincontrato alcuno di loro. Questione a parte è Eternity. E' il barista del posto dove andiamo sempre a prendere il caffè con Vì e Tonia, si chiama Roberto ma per noi tre è Eternity (dal tatuaggio che ha). Il tutto è nato (se così si può definire) a marzo, quando Vì e Tonia hanno iniziato a sfottermi dicendo che lui cambiava espressione in mia presenza. Io non ci avevo fatto caso. Così hanno avuto inizio le scene un po' ridicole tipo le lotte dello scontrino (loro che spingono me a chiedere i caffè e io che lo eviterei più che volentieri, tutto corredato da Vai tu! No, vai tu! etc etc). Oppure lui che ha iniziato a sfottermi a sua volta chiamandomi Vari (da variabile, visto che cambiavo spesso tra caffè normale, moccaccino, ginseng, ...) Ciao Vari come va? (Vì e Tonia ovviamente ridevano sotto i baffi). Fin quando non mi sono decisa di dirgli come mi chiamo. Allora è diventato Ciao Stefi! Ormai mi chiamano per nome tutti i baristi... Comunque tuttora non riesco ben a capire se è vero o meno quello che dicono Tonia e Vì, per quanto è vero che ci sono i saluti, a volte l'occhiolino, altre i piccoli dispetti, io penso che faccia così semplicemente perché gli ho dato quel po' di confidenza in più e che faccia così con chiunque gli dia retta. Loro dicono di no.
Cosa penso io di lui? Non è male, se no non stavo qui a scriverne. Ok, magari qualcosa in più di un non è male, ma mi ha fatto letteralmente cadere le braccia quando ha detto che non ascolta rock&co. (Qualcosa giocando a Guitar Hero...). No comment.
In tutto questo "non muoversi" che mi caratterizza, davanti a un caffè (sempre nel bar citato prima) Vì mi ha detto, riferendosi sia me che a Tonia, Non vi capisco, potreste avere chi volete senza neanche sforzarvi. Punti di vista.

23 maggio 2010

Camminare

Sono uscita per fare due telefonate: Bepp per fargli gli auguri e Vin. La notte è calda, quasi estiva. Stare in bermuda e t-shirt è piacevole e nell'aria si inizia a sentire il profumo del gelsomino che è nel prato a lato del palazzo dove vivo. Mi è venuta voglia di camminare.

Inizialmente volevo solo arrivare a delle panchine non lontano da casa mia, ma erano occupate. Così mi sono messa a camminare senza sapere esattamente dove andare, mi interessava semplicemente camminare. Passo dopo passo sceglievo il percorso da fare e dopo poco ho scelto la meta: piazza Fontana. Per strada ho incontrato la Milano interista che festeggiava, un po' di persone mi hanno anche squadrata: forse una ragazza che cammina da sola, estranea ai festeggiamenti, non è così normale per loro. Quando ero già lontana da casa ho notato che ero uscita con solo le chiavi, il cellulare e poco altro, neanche un documento con me. Se mi fermavano sarebbero nati un po' di casini ma non mi importava. Stanotte avevo voglia di camminare, il resto era superfluo.
Tra andata e ritorno ho percorso in totale circa 7 chilometri. Mi sento più rilassata, almeno per ora.
Poco prima di entrare nel portone ho detto E' liberatorio. Camminare nella notte senza meta e senza un perché è liberatorio.

22 maggio 2010

Complimenti

Non posso che fare i miei complimenti all'Inter da non tifosa ma appassionata di calcio. Forse proprio perché non sono tifosa ma semplice appassionata di calcio riesco a vivermi questi eventi con più tranquillità e gusto. E poi, permettetemi, ad esser contro una squadra italiana proprio non ci sto (ed è inutile dire che l'Inter di italiano ha solo la società, perché a questo punto anche il Real Madrid non è granché spagnolo...). Complimenti anche al presidente Moratti quando ha pensato di ingaggiare Milito e Sneijder, principali artefici, a mio parere, di questo triplete. Soprattutto Milito che ho visto "crescere" da bravo attaccante dell'anno passato a "macchina del goal" di questo anno.

E permettetemi di concludere con uno sberleffo a chi pensava che il calcio italiano perdeva il conteso quarto posto per il preliminare di Champions League.

Ps. Con tutto che non sono un'estimatrice di José Mourinho, spero rimanga perché non ha semplicemente sfruttato il lavoro di Mancini ma lo ha continuato. Questo bisogna ammetterlo.

Troppo cerebrale

Non è la canzone di Samuele Bersani anche se ci starebbe anche quella.

Comunque sia, a quanto pare, per il mondo sono troppo cerebrale: lo dicono i miei amici, i semplici conoscenti, i miei genitori. Anche facebook, o meglio anche il test Sei troppo..?

Sei troppo cerebrale.
Il tuoi problemi sono proprio la tua ricchezza d'animo,la tua sensibilità,ma anche questo tuo bisogno di tenere sempre tutto sotto controllo.Non riesci a prendere le cose di petto e al contrario ti poni mille domande,soffendo un po' di piu' e godendoti un po' di vita in meno. Pensi tanto da diventare paranoica ed hai innumerevoli ideali e teorie su tutto: vita,sesso,morte,amore... Sicuramente hai carattere ed una morale e questo è da apprezzare,ma attenta che le persone come te non si trovano bene al mondo. Pensa di meno e vivi di più!

21 maggio 2010

Fujica STX-1



(foto di Billy D. Aldea-Martinez)

Era da un annetto che pensavo di portarla con me a Milano, quando per la prima volta ho ponderato l'idea di imparare realmente a fare foto, per cui imparare (per quanto è possibile) i vari aspetti che stanno dietro a una "buona foto". Ho rimandato più di una volta, fino ad un paio di giorni fa. So che la Fujica STX-1 è una sorta di reperto preistorico ormai, è stata la prima macchina fotografica che hanno comprato i miei dopo sposati, ha quasi 30 anni ma funziona ancora alla perfezione. Certo va un po' pulito l'obiettivo e il telemetro ma fatto questo e comprati i rullini sarà perfetta.
Poi è un po' come avere un pezzo della mia infanzia qui con me.

20 maggio 2010

Ultima lezione

Ieri c'è stata l'ultima lezione del mio periodo universitario, l'ultima volta un cui saremmo stati tutti (o quasi) insieme e io non c'ero. Lo ho realizzato solo ora anche perché l'università è stato l'ultimo dei miei pensieri.

Ultima decade di maggio, il tempo va più veloce della mia testa e della mia tesi. Forse va troppo veloce e temo di non esser poi così pronta.

19 maggio 2010

Gazanie

Alle gazanie basta un po' di sole per aprirsi...

17 maggio 2010

Considerazione

Quando muore una persona non c'è molto che si può fare. Si può solo cercare un equilibrio tra continuare a vivere e non dimenticare.

Foto

Non capisco questa vostra mania delle foto. L'attimo va vissuto e se stai a fotografe te lo perdi.

Tonia è difficile spiegare quel tremito che ti parte da dentro e finisce alla punta del dito che sta per premere il bottone. Click. E' qualcosa che se non la senti non trovi le parole. Dire di voler bloccare il proprio sguardo all'infinito è riduttivo, non è semplicemente questo. E' come se con le foto volessi inglobare dentro di te quello che ti circonda, renderlo un pezzo di te stessa che non vada incontro alle sfumature dei ricordi. Oppure perderti dentro ciò che guardi più dell'attimo che ti è concesso, portarti dietro quella via di fuga dei pensieri.
E' come rubare a Dio, natura o chicchessia qualcosa di immensamente pregiato. E' un fremito unico.

16 maggio 2010

Inutile

La razionalità dovrebbe servire ad accettare le cose per come avvengono, dovrebbe farti accettare che non sei solo tu a crescere ma chiunque. Dovrebbe far capire al cuore che più passa il tempo più chi ti sta vicino invecchia e più invecchia più gli imprevisti sono frequenti. Dovrebbe farti accettare che un'emorragia cerebrale a 81 anni non è un evento assurdo e che, con un cuore malato, già non esser passati a vita migliore è una fortuna. Dovrebbe.

Eppure stai su un tram 27 con lo sguardo perso nel nulla e le lacrime che comunque scendono. Perché accettare che prima o poi c'è la parola fine non è possibile per una macchina emozionale quale l'uomo. Perché la razionalità in questi momenti è come un foglio di giornale sotto un temporale, una sorta di poltiglia di parole diventate inutili.

15 maggio 2010

Meteo lunatico

Il problema di queste giornate atipiche è che il mio essere lunatica di esprime in ogni cosa. Passo dall'essere irrequieta alla modalità quiescente come se niente fosse, ho in mente di fare una cosa ma basta anche un piccolo diversivo che mi ritrovo a fare tutt'altro, posso trasformarmi da una ragazza chiacchierona ad una completamente muta e viceversa, senza un motivo preciso. L'altalena del mio umore si espande in tutto il corpo in questi giorni e lo sforzo di rendere il "bello e cattivo tempo" emozionale invisibile agli occhi di chi mi circonda diventa arduo.

E' questo meteo lunatico, sembra che facciamo a gara per chi tra i due è più lunatico. Non sono una persona particolarmente meteoropatica, ogni condizione ha qualcosa che mi piace. In questi giorni mi piace camminare sotto la pioggia leggera senza ombrello, mi fa sorridere. Mi piace sentire l'odore di asfalto bagnato appena all'inizio della pioggia. Mi piacciono quelle inusuali composizioni di nuvole scure e chiare e sprazzi di cielo che si creavano ieri, con il sole che dava pennellate strane. Le vedevo dalle finestre del laboratorio, non avevo la fotocamera con me, questa era l'unica cosa che mi dispiaceva.
In questi giorni sono lunatica, sono capace di fare tutto e niente, di essere particolarmente alla mano o di mandare a quel paese chi mi sta di fronte. Posso credere che tutto vada per il meglio e poi pensare che niente va come deve. Oppure il contrario.
Ciò che è ancora più strano è che, in un certo senso, mi sto godendo questi giorni diversi, come se avessi la razionalità in libera uscita temporanea. Il mondo non lo sa, ma forse sono quei giorni dove potrei essere quella me che il resto del tempo è confinata nella mia scatola cranica.

Maxence Fermine - Citazioni

Ci sono due specie di persone.
Ci sono quelli che vivono, giocano e muoiono.
E ci sono quelli che si tengono in equilibrio sul crinale della vita.
Ci sono gli attori.
E ci sono i funamboli.

14 maggio 2010

Paolo Giordano - Citazione

"Ti ci abituerai. Finirai per non vederlo neanche più" fece.

"E come? L'avrò sempre lì, sotto gli occhi."
"Appunto" disse Mattia "E' proprio per questo che non lo vedrai più."

12 maggio 2010

Metallica - Citazione

Never cared for what they do

Never cared for what they know

Non ascoltavo Nothing else matters da anni, è stata come una boccata di aria fresca. Anche le quattro parole scambiate su MSN con Jo sono state come una boccata di aria fresca.

Riuscirò a non dare peso al resto del mondo, ci riuscirò.

11 maggio 2010

Mondo parallelo

Sono nuovamente in fremito dentro di me, come se qualcosa continuasse a muoversi senza sosta per quanto io sia stesa sul letto da due ore. Lascio che la mia testa di sfoghi su questo foglio virtuale consumando dell'altrettanto virtuale inchiostro. Durante il giorno riesco a controllare questa onda emotiva, presa dal laboratorio, non le lascio spazio. Quando arrivo a casa sento un turbine dentro un corpo fermo che sorseggia del vino.

E' una sensazione che non so descrivere e ancora più difficile capire bene cosa la provoca, capire cosa mi scuote senza sosta. Forse più avanti riuscirò ad analizzarmi ma ora no, ho la testa schiacciata da pensieri che non colgo, che non fermo. E' come se avessi la mente in un mondo parallelo, distaccato da quello dove sta il corpo. Un mondo dove le uniche cose che riesco a riconoscere sono un vento incessante che non mi da tregua e un vuoto assoluto che non lascia spazio ad altro.

Irrequieta

Ho passato la serata in uno stato di irrequietezza. Mi sentivo come un auto che passa su una strada lastricata con sampietrini, sentivo quella sorta di vibrazione incessante. Lo ricollego al libro che sto leggendo. Si chiama Follia di Patrick McGrath, mi mancano una trentina di pagine. Mi ha colpito la storia che descriveva, come sempre, e il fatto che l'affrontasse andando a scavare dentro le persone. Non so dire se è un bel libro o meno. Mi ha demolito, specie gli ultimi capitoli. Sentivo una sorta di morsa cupa, di oppressione. In qualche modo lo scrittore riesce ad attaccarti le sensazioni scure della protagonista. Mi sono resa conto che non posso continuare leggendo questo tipo di libri, non posso sentire una mano che mi stritola le interiora più vado avanti. Quando in Feltrinelli mi sono trovata in quella distesa di libri cercavo qualcosa che mi facesse sentire meglio, ma non ho resisto a questo.

Ieri sera alle 21:30 ero fuori casa, avevo bisogno di muovermi, di scaricare. Avevo bisogno di un libro diverso per pensare che finito Follia mi sarei trovata di fronte a qualcosa, che pur penetrando nell'anima, non continuasse a demolire le mura di contenimento. Sia In un corpo senza carne che Follia li ho scelti per stressare componenti ben nascoste di me, per portarle fuori. E' una scelta inconscia che distinguo solo ora. Ho preso il tram 27, verso Duomo. Una toccata e fuga durata una decina di minuti dentro la Feltrinelli. Per le 23 ero già a casa.
Per far passare quello stato di irrequietezza potevo chiamare Tere o Tonia o Marty. La cosa più facile è passare da casa di Tonia, abitiamo a un tiro di schioppo l'una dall'altra, ma mi sono imposta di non farlo. Devo controllare questi momenti, questi stati d'animo, riuscire a dar sfogo senza irrompere nella vita altrui.
Sono tornata a casa con in mano La solitudine dei numeri primi. Altro libro, altre parole da leggere, altro mondo in cui perdersi.

9 maggio 2010

Profumo

Ieri notte camminavo all'altezza di via dell'Orso, ero un paio di metri più avanti rispetto a Vì e Tonia che in quel momento discutevano del bar che avevamo appena passato. La direzione era Brera, per cui dovevo girare su via Ponte Vetero, ma nel camminare non guardo se arriva qualcuno da quella direzione, mi soffermo sull'angolo tra le due strade ad osservare qualcosa che ora neanche ricordo. Mi riporta sulla terra il fischiettare che arriva dalla mia destra, mi giro e vedo un signore sui 35/40 anni che arriva verso di me in bici e che prontamente si ferma, evitando di venirmi addosso. Deve aver visto sul mio viso un'espressione interdetta, visto che mi ha chiesto scusa sorridendo, per quanto fossi io quella che non aveva guardato prima di piazzarsi lì in mezzo. In realtà ero rimasta un po' imbambolata. Non ricordo neanche se gli ho risposto o meno. Aveva i lineamenti e la carnagione mediorientali ma era privo dell'accento tipicamente straniero, probabilmente vive in Italia già da molti anni. Appena dopo che mi è passato davanti ho sentito la scia lasciata dal suo profumo. Un profumo che già conosco e che mi piace molto. Sono rimasta tra l'incredula e l'imbambolata ancora per qualche secondo, fin quando Vì, che mi aveva raggiunto insieme a Tonia, mi ha chiesto Ti stava mettendo sotto? Io ho risposto No, si è fermato con largo anticipo. In quel momento in realtà volevo voltarmi a vedere che fine avesse fatto quel signore e la sua scia di profumo che mi era ancora nei miei polmoni, in realtà potevo rispondere diversamente a Vì e condividere con loro quello che mi passava per la testa in quel momento e in quella notte, ma non ho fatto né l'una né l'altra cosa.

Peppino Impastato - Citazione


Comu ciuri di campu nascisti
e la terra ti fici di matri
Comu ciuri di campu criscisti
e la lotta ti fici di patri
Comu ciuri di campu muristi
na sira i maju chi stiddi tristi

Vorrei scrivere una lettera al silenzio e sentire cosa mi risponde



Mi piace un casino questa strip, questa sera in modo particolare. Non so definire questa sera, non so cosa pensare. Forse penso troppo.

8 maggio 2010

Luciana Littizzetto - Citazione

Ci sono cose nella vita che si risolvono solo con un vaffanculo.

Satc addicted

No, non è una nuova droga, almeno credo. Se lo è, è totalmente legale. L'unico problema è che sta divorando ore su ore del mio tempo.
Ok forse esagero, ma sto seriamente diventando Sex and the city-dipendente.

7 maggio 2010

Atti osceni in luogo semi-pubblico

Passeggiata in centro con Tonia alla ricerca di un po' di pace per il nostri encefali sovraccarichi tra tesi, scleri di laboratorio e lezioni. Se c'è una cosa che mi fa trovar bene con Tonia è proprio la non necessità di programmare prima: un colpo di telefono, un orario approssimato e via. Ma non era questo l'argomento del post, non divaghiamo più del dovuto. Tutto è partito parlando delle nostre impressioni sulla lezione di stamattina, o meglio, su chi ha tenuto la lezione di stamattina. Si chiama Alessandro, il cognome non lo ricordo. Un bel fisico, palestrato ma non eccessivamente, di cui ha dato sfoggio quando è rimasto in T-shirt. Insomma un bel ragazzo, peccato che fosse decisamente gay o, se non lo era, ha degli atteggiamenti molto ambigui. Fin qui tutto "normale" [ultimamente i ragazzi gay o presunti tali sono in deciso aumento nel "mio ambiente"]. Nel chiacchiericcio leggero e scanzonato che ci caratterizzava sul tram 12, Tonia dirige i miei ricordi mattutini a un particolare che avevo tralasciato vista la gaiezza del prof: le dimensioni. I jeans stretti lasciavano poco all'immaginazione, ma anche perché c'era ben poco da vedere in generale. Effettivamente vedere dei muscoli così ben messi e così poco volume nel fulcro più in basso fa un po' sorridere. Forse anche più di un po'.
Da qui si è scatenato nella mia testa un domino di ricordi: dalle misurazioni da contatto di un passato lontano ma non solo, a qualcosa che avevo rimosso da mesi e a cui si deve il titolo del post. Al solo pensiero vorrei scomparire e allo stesso tempo non riesco a non ridere. Io ho fatto figure di m***a nella mia vita, ho avuto gli occhi di mezzo binario a Roma Termini puntati su di me e su chi stava con me e non certo perché eravamo vestiti da clown (ricordo che allora c'erano i lavori di ammodernamento e la stazione era tappezzata di manifesti pubblicitari con scritto Cose mai viste a Roma Termini: uno slogan azzeccato), ma questo ricordo estivo le supera tutte, di peggio mi è difficile fare. Non voglio scendere nei particolari, non mi sembra esattamente il caso, ma vi assicura che essere beccati a farlo in pubblico è probabilmente meno imbarazzante. Ringrazio solo che fosse buio (ma non a sufficienza per non far intuire ciò che accadeva), di non essere stata riconosciuta e che si trattasse di un luogo semi-pubblico in un orario quasi deserto.

5 maggio 2010

Momento di pausa

Approfitto di questo ultimo momento di pausa prima di rimettermi sotto per scrivere un po'. Oggi in università c'è stato Roberto Benigni, ha letto, commentato e recitato il 26 canto dell'Inferno, ma non solo. Quasi due ore in piedi su delle sedie per riuscire a vedere (visto il pessimo posto scelto per la lecture), corredate da mal di schiena, ma ne è valsa la pena. Spero di poter scrivere di più nei prossimi giorni.
Intanto posto la descrizione delle persone che si chiamano Stefania, trovata girovagando su facebook. Non credo che il carattere dipenda dal nome, né tanto meno dal segno zodiacale. Probabilmente in ogni descrizione troverei qualcosa che sento mia, di conseguenza anche in questa ci sono delle verità su di me.

Dotata di tutte le qualità e le promesse necessarie per condurre una vita ricca di soddisfazioni. Sicuramente si dedicherà alla logica, alle scienze e alla ricerca. Sicuramente nulla potrà guarire la sua vulnerabilità: se ferita da qualcosa o da qualcuno, si ripiegherà su se stesso e cercherà conforto nell'isolamento della solitudine.
Significato: corona,ghirlanda.

3 maggio 2010

Sex and the City

Una delle cure migliori al termine di una giornata particolarmente pesante è la visione della prima serie di Sex and the City, specie se non la hai mai vista prima.
Lo so, sono un po' in ritardo, ma condividere con i miei la tv, in cucina o in soggiorno, non mi ha permesso di optare su tali telefilm. Poi, per motivi miei, non amavo e non amo le cose quando diventano di moda. Ora la sto giustamente rivalutando e gustando.

Alessandro Arbuzzi - Citazione

Altro commento all'articolo Apologia del fascismo a Milano, le responsabilità di Stefano Faraoni. Fa male dirlo, ma di questa parte della storia italiana conosco troppo poco e così non dovrebbe essere.
In Italia stiamo ancora parlando di fascismo e comunismo come se la guerra e il ventennio fossero finiti ieri sera…non ci siamo spostati di un passo. In questo eterno presente si ripropongono gli stessi schemi, le medesime mosse…apologia? Nel ‘52 l’MSI era in parlamento, i podestà per buona parte divennero prefetti, le forze di polizia furono ricostituite integrando repubblichini e fascisti in genere. Per dirne una…Marcello Guida questore di Milano nel 1969 fu direttore fascista di Ventotene e Santo Stefano. E’ come dire che non vogliamo le prostitute in strada, nelle case chiuse si…magari prima erano meno spavaldi, più sporadiche le apparizioni, solo i più radicali si esponevano…ora sono sdoganati, appoggiati ai e dai partiti di governo…non vogliono solo uscire allo scoperto, vogliono riscrivere la nostra storia recente mettendosi dalla parte delle vittime…e ci stanno riuscendo…grazie al silenzio e all’ambiguità che dal dopoguerra hanno regnato in tutta la nostra storia pubblica. Per Aldo: sto studiando la storia di Ramelli da tempo…i colpevoli sono stati scoperti “per caso”, non avrebbero mai confessato se le prove a loro carico non fossero state schiaccianti…se volete sentire la voce dell’assassino, Marco Costa, cercate un’intervista fattagli nell’86 da Enzo Biagi…la pena fu lieve per una scelta processuale dell’avvocato dell’accusa, Ignazio La Russa, la madre di Ramelli non ha mai, giustamente, perdonato nessuno…Fausto e Iaio non furono uccisi perché uscivano da un concerto, l’ipotesi che va per la maggiore, accreditata dall’ultimo processo che ha chiuso la vicenda, è che, interessandosi del giro della droga a Milano…il famoso libro bianco pubblicato dal Leoncavallo…fossero incappati, probabilmente senza saperlo, nel nodo fondamentale dell’eroina a Milano in quell’anno…il legame tra i NAR, la destra romana e il giro gestito da Francis Turatello, fecero domande nell’area della carrozzeria Luki di via Ofanto, zona Lambrate, che serviva da base milanese per il reciclaggio di auto e armi ai NAR…Il giorno dei funerali di Fausto la sua casa fu perquisita e le cose del ragazzo, comprese cassette registrate per la ricerca sulla droga, scomparvero. La dirimpettaia della famiglia Tinelli inizialmente disse che vide entrare nell’appartamento uomini in divisa…poi ritrattò. Le chiavi dell’appartamento, che erano tra gli oggetti personali di Fausto, non erano ancora state riconsegnate alla famiglia.

Dobbiamo essere precisi se vogliamo creare memoria. Una memoria che stia in piedi con la forza dei fatti e non con quella dei sentimenti.
Scrivo da uomo di sinistra, da anarchico e soprattutto da uomo libero.
Libero anche dagli stereotipi di coloro che, per sentimento, continuo a considerare la mia gente. Alessandro Arbuzzi

2 maggio 2010

Aldo Grano - Citazione

Questo è uno dei commenti all'articolo Apologia del fascismo a Milano, le responsabilità di Stefano Faraoni

Eppure, vorrei ricordare un’ epoca, non mille anni fa, ma 25 anni fa, quando gli assassini di Ramelli furono presi. Vorrei ricordarla perché era un momento in cui sembrava potersi superare definitivamente la guerra civile che in Italia, dal 1919 in poi, si è scatenata più volte tra Fascismo e Antifascismo. La maggior parte degli appartenenti a quel gruppo di militanti di Potere Operaio che quella mattina attaccarono Ramelli che usciva di casa, impugnando chiavi inglesi, si era laureata poi in medicina. Alcuni di loro avevano assistito personalmente giovani in coma dopo un grave trauma cranico, dovuto a incidenti in moto. Avevano visto cosa vuol dire rompere la scatola cranica. Avevano capito di avere sbagliato, non si difesero nemmeno, confessarono e pagarono, con tutti gli sconti delle nostre leggi, una volta tanto giustamente permissive. La madre di Ramelli perdonò. Quelli che uccisero Sergio sono tornati medici, sono ormai vicini alla pensione. Attento Stefano, quell’assassinio fu uno dei tanti, perfettamente inutili, di un’ epoca in cui erano i Fascisti che non avevano diritto di parlare. Vorrei ricordare, rimanendo a Milano, altri due omicidi inutili, di cui non si sono mai trovati gli assassini, quello di Fausto e Iaio. Uccisi a pistolettate solo perché uscivano da un concerto di sinistra. In quegli anni più di cento giovani caddero, come loro, in tutta Italia e molti perché erano nel posto sbagliato, al momento sbagliato, vestiti nel modo sbagliato. Sì, ora è il revanscismo di una destra tornata forte numericamente che scatena questa nuova voglia di guerra civile, ma il ricordo di quei giorni, incancellabile per i sessantenni come me che hanno fatto il 68, tra i Fascisti, a Bologna, e per il mio amico Marco, che ha fatto il 78 nelle BR, e si è fatto quasi 20 anni tra galera e libertà vigilata, vorrei che rimanesse vivo per non ricascarci ancora e ancor più inutilmente di allora.