29 giugno 2010

Parole delle 3e24

Non mi è mai piaciuto il Grande fratello. Non sono stata mai una VIPs-dipendente. Eppure pensare che Pietro Taricone sia morto (almeno questo segna Wikipedia) mi lascia un po' così e non tanto per il personaggio quanto perché ha soli 35 anni e ha una figlia. E' vero, come tanti altri, operai, soldati, gente comune.

Famosi o no conta poco, sono morti che, ora come ora, mi lasciano un momento senza fiato.

Switch on switch off

Alcuni giorni ti connetti con il mondo in modo discontinuo, un po' ci sei, un po' no. Fondamentalmente vai avanti grazie al cervelletto che ti permette di fare tutto ciò per cui non ti serve il supporto della corteccia cerebrale: preparare le slide per il lab meeting; mangiare; camminare; in alcuni momenti anche ascoltare e rispondere.

Oggi facevo un po' a cazzotti con la realtà ma non per un motivo particolare, semplicemente non riuscivo a starci dentro e ogni spunto era buono per evadere. Non pensavo neanche, è da un po' che non ho voglia di affrontare i miei pensieri, temo quello che penserei di me stessa, sapendo che tra mezzo pieno e mezzo vuoto prevale quest'ultimo. Ho paura di scoprirmi in ritardo rispetto alle mie idee, ai miei sogni.
E' un fatto di tempistica. Un frutto colto troppo presto o troppo tardi potrà avere aspetto, sapore e odore diverso ma in entrambi i casi il finale è lo stesso: non lo puoi mangiare. Io vado a burst: tanto insieme per breve tempo. Altalenante, costanza ridotta all'osso. Ci provo ma non trovo il quid che mi cambi ed essere consapevole che così non vado avanti a lungo non aiuta. E' come quando sbaglio le prese a judo: mi rendo conto razionalmente dell'errore, sono la prima a farlo notare ma comunque non riesco a evitarlo. Oppure come quando razionalmente so che sto per dire una cazzata quando non dovrei, eppure lo faccio. Sembra che quella parte di cervello di disconnettesse nel momento in cui serve.
Voglio tagliare via un po' di me, tagliare via quello che mi tiene qui, che mi fa gongolare in cose inesistenti, che mi mangia il tempo, che non mi fa dare il massimo. Ma se ogni volta che me lo ripropongo (costantemente) non sono capace di farlo significa che mi manca qualcosa. E la possibilità che non sia possibile cambiare non è contemplata.

28 giugno 2010

Momenti

Ci sono momenti in cui la mia solitudine scricchiola e i pensieri vanno oltre l'immagine che ho creato. Ci sono momenti in cui vorrei fare un passo indietro o forse due avanti, cambiare direzione e vedere come va. Ci sono momenti in cui mi mancano quelle piccole sensazioni, quelle che credevo di rubare al mondo se mi diceva di no. Ci sono momenti in cui non vorrei fermarmi a osservare da fuori, ma essere parte senza preoccuparmi. Ci sono momenti in cui un sorriso cambia la storia, una parola forse la vita. Ci sono momenti in cui sento di avere degli occhi diversi, ma non c'è niente di diverso da vedere se non la mia stanza e nessuno a dirmi che sono diversi.

27 giugno 2010

Jovanotti - Citazione

Da oggi devi stare attenta a tutta questa gente che ti riempie la testa di cose di facce e di miti che non potrai veramente sapere a che cosa sono serviti

Henny Youngman - Citazione

If you're going to do something tonight that you'll be sorry for tomorrow morning, sleep late.

25 giugno 2010

Piccole modifiche

Ho creato questo blog poco più di due anni fa ed una delle prime cose che ho scelto è stata la foto del titolo: l'avevo fatta giusto un paio di mesi prima da una posizione non esattamente comoda. Il soggetto è stato davanti ai miei occhi ogni giorno per 13 anni e lo è tuttora quando torno a Cosenza, ma nella foto un po' mossa e sovraesposta mi sembra un posto diverso. Nella mia mente poco lineare quella foto possedeva e possiede il senso che io ho dato a questo blog: fuori dal "solito" campo visivo, al di là del "solito" modo di vedere. Specialmente del mio "solito" modo di vedere.
L'idea di inserire la foto della rosa gironzolava nella mia testa già da un po' di giorni. Lo ho fatto solo ora perché inizialmente avevo programmato cambiamenti più drastici in tutto il blog. Il colore dello sfondo però mi ha bloccato: per quanto questo blu non si fonde perfettamente con la foto, non ho trovato niente di convincente. Per di più non conosco il linguaggio HTML e questo mi obbliga a fermarmi a cose decisamente elementari.
So di essere un po' strana, ma questo bocciolo sembra osservarmi dall'interno dello schermo. E' uno dei motivi per cui mi piace molto questa foto. Un altro punto di vista.

24 giugno 2010

Vuoto

Sono abituata a ostentare tranquillità e indifferenza, far finta di niente quando potrei essere notata da altri. Da una parte è "comodo" essere glaciali, mostrare che tutto scivola via; può sembrare assurdo dirlo, ma è "comodo" perché tiene a distanza le persone, si crea una sorta di barriera trasparente tra te e il resto del mondo.

Al funerale di mia nonna ero subito dietro il carro funebre, l'unica accanto a mio padre. Guardavo avanti o mio padre, intorno a me c'era metà paese ma ho fatto finta che non esistesse, ho fatto finta di non sentire gli sguardi e il vociare. Mai un passo meno fermo, mai tirar su con il naso, mai cercare appoggio. Stringevo ogni tanto il braccio intorno a mio padre per dirgli che c'ero, prima dell'inizio della processione ho fatto lo stesso con mia madre. In chiesa mi sono seduta in prima fila, accanto mio padre: non mi piaceva come posizione ma sentivo una sorta di senso del dovere che mi "imponeva" di non lasciarlo da. Non credo di aver mai abbassato lo sguardo durante la messa, tranne quando lo richiedeva il cerimoniale. Se sentivo che la situazione potesse sfuggirmi facevo respiri profondi e lenti.
In un paese meridionale certe cerimonie sono ancora più lunghe, tanti convenevoli, troppa ipocrisia, poche le parole e gli sguardi sinceri, specie se non sei di lì e vieni considerato un intruso. Io ho ostentato una tranquillità quasi inumana perché questo è il mio modo di vivere le situazioni. So che questo era ciò che percepiva chi mi stava intorno, so che più di una persona ha commentato questo atteggiamento ma non mi interessa.
A più di un mese di distanza dentro di me c'è ancora il vuoto e non so quando passerà, non me lo chiedo. Basta che riesco a controllarlo.

20 giugno 2010

Cotta


No, non mi riferisco alla situazione sentimentale. L'ultima cotta che ho preso risale a dicembre e, visto come è finita (se così si può definire) per ora mi basta.
Lo sono mentalmente, nel senso di avere il cervello con la consistenza di una pera cotta. Ho completamente perso la cognizione del tempo, non ho fatto un bippero di quello che dovevo fare e ho appena fatto una emerita figura di m. a una gelateria vicino casa: sono uscita convinta di aver preso i soldi per un cono per poi ritro
varmi lì che non li avevo. E' vero che ho trascorso la notte viaggiando da un capo all'altro dell'Italia ma non mi aspettavo di esser così messa male.
Comunque sia, il mio vicino di questa traversata italica è stato un uomo, Ricky. Non riesco ben a definire che età abbia, credo intorno a 35, forse qualcosa in più. Non riesco neanche bene a dire se sia etero o meno, aveva atteggiamenti borderline. Abbiamo chiacchierato per buona parte del viaggio, per lo più di biotecnologie e di come io abbia il linguaggio (e la testa) tarato dai miei studi. E' una di quelle persone con cui è piacevole conversare perché è (o sembra) curioso di quello che non conosce. Ha detto che mi porterà a vedere un po' di cose che in questi anni non ho potuto visitare, appena ci sarà un po' di bel tempo. Sono curiosa.

Aspettando che si faccia sentire, un po' di cielo di Calabria.

18 giugno 2010

Ma che bippero volete da me?

Per qualche motivo a me ignoto, chi mi incontra legge sulla mia fronte Sono un pericolo per la tua vita di coppia (o presunta tale).

Ho passato parte della serata di ieri sotto costante controllo di una ragazza con cui Jo sta "intrallazzando" e della sua amica. Non mi hanno perso d'occhio, neanche quando Jo parlava con un'altra ragazza, continuavano a guardare ogni due per tre verso di me. Ma ho la faccia da Rompitricediuovaneipanierialtrui?
Adesso, partendo dal fatto che:
- quelle due ragazze non mi avevano mai visto prima di ieri;
- tra la tipa e Jo, al momento, non è accaduto niente;
- quello che è successo tra me e Jo, ormai quasi un anno fa, è noto a pochi;
la domanda che mi sorge spontanea è Ma che bippero volete da me?
Non che mi interessi più di tanto di loro e dei trip mentali che si fanno (tanto le palle per dire quello che pensavo non le hanno avute), ma mi secca un casino creare problemi ad una persona a cui tengo (nella fattispecie Jo) e, ancora di più, mi secca dover star attenta a come mi comporto con i miei amici maschi: non puoi abbracciarli tanto meno dargli un bacio sulla guancia, non puoi scherzarci, non puoi fare battute, non puoi finire una telefonata o un messaggio con bacio e simili, ti devi tenere a distanza, etc. Ma prendetevi un valium!

Ok, il mio discorso è di parte: non so essere gelosa, non so cosa voglia dire esserlo e faccio difficoltà a sopportare qualsiasi tipo di gelosia tra persone. Ciò non toglie che hanno ampiamente fatto a pezzi qualsiasi tipo di scatole&affini.

15 giugno 2010

Estenuante

Odio auto-illudermi e deludermi. La frequenza con cui avviene è estenuante. Sono solo frutti della mia testa e questo mi fa sentire ancora più idiota.



Adesso avrei solo voglia di camminare.

Billie Holiday - Citazione

You don't know what love is
Til you’ve learned the meaning of the blues (...)
You don't know how lips hurt
Until you've kissed and had to pay the cost.

14 giugno 2010

Fine partita

L'Italia fa 1 a 1 con il Paraguay e io lascio vuote una Menabrea, una Leffe e una Oberdorfer, per un totale di più di un litro di birra e niente cena. E non avevo altra birra in casa.

Commenti alla partita li lascerò ad un altro giorno, forse.


Il mio fegato è decisamente felice che le prossime partite non sono di sera.

Partita

Primi 20 minuti, prima birra andata... di questo passo a fine partita sarò ciucca.

In folle

Oggi ho il cervello irrimediabilmente in folle.

Alcune cose non cambiano

Ci sono delle notti che sento dentro come una pulsione mentre sono seduta davanti ai libri, davanti al computer, davanti alla TV, davanti a tutto e a niente; è come un nodo allo stomaco, come un battito diverso del cuore, come qualcosa che sale e si ferma all’altezza del collo. In quel momento ho voglia di prendere le chiavi e uscire dalle quattro mura in cui mi trovo, mettermi a camminare come se fossi invisibile al mondo, camminare senza un luogo, senza qualcosa da cercare o da pensare, semplicemente camminare; in silenzio o con la musica a palla nelle orecchie, non importa basta esser un passo più avanti rispetto al resto. In un punto qualsiasi stendermi e ascoltare il cielo che scandisce il tempo. (...). Guardo la persiana chiusa della mia stanza, dopo più di un anno a stare con la persiana sempre alta, questo chiuso forzato quasi opprime, mi benda gli occhi. Forse anche per ciò questa notte vorrei uscire da qui.


Era il 2007 e da due mesi vivevo in questa casa. Alcune cose con il tempo non cambiano, al massimo peggiorano.

13 giugno 2010

Quando la storia si ripete significa che si è proprio degli emeriti cogl***i




La stampa più libera del mondo intero è la stampa italiana. Il giornalismo italiano è libero perché serve soltanto una causa e un regime; è libero perché, nell'ambito delle leggi del regime, può esercitare, e le esercita, funzioni di controllo, di critica, di propulsione
Benito Mussolini


Sta arrivando l'uomo della provvidenza [Berlusconi]. E io, in vita mia, di questi personaggi ne ho già conosciuto uno [Mussolini]. Mi è bastato. Per sempre.

Li conosco e riconosco, quei regimi [di dittatura e di censura]. Ne avverto il passo anche di lontano, e convengo che in Italia il pericolo di vederne arrivare qualcuno c'è. Ma sa quando si realizzerà? L'anno venturo, dopo la vittoria – che io do per certa – del Polo alle Politiche. Vedrà. La prima cosa che farà Berlusconi, come la fece nel '94, sarà di spazzare via l'attuale dirigenza Rai per omologarne le tre Reti a quelle sue.
Indro Montanelli

Quando la storia si ripete significa che si è proprio degli emeriti cogl***i.

11 giugno 2010

Culture di resistenza

Non credo ci sia bisogno di commenti ulteriori, credo il video sia sufficiente.

10 giugno 2010

Chi di satira colpisce di satira perisce

Premetto che non sono tra le persone che prima lo osannava e ora lo vorrebbe alla forca e, comunque, la sua satira (che sia tutta o meno opera della sua testolina) rimane una delle più pungenti nei confronti dei politici.
Detto ciò e visti gli scheletri nell'armadio che stanno saltando fuori, non posso che lollare alla grande di fronte alla satira fatta nei confronti di uno dei maestri italiani della satira.



Aria di piombo

Oggi l'aria non vuole essere respirata, si blocca nelle cavità del naso e quel poco che arriva ai polmoni sembra piombo.

8 giugno 2010

Mario Monicelli - Citazione

Un degrado (NdR politico) che si poteva prevedere già da due generazioni fa. Il fatto è che noi siamo sempre stati un popolo subalterno. Sotto il dominio prima di francesi, poi spagnoli, di tedeschi, sotto lo stesso dominio del Papa. Insomma non abbiamo mai avuto una nostra reale indipendenza, mai davvero avuto il senso della libertà. Spero che tutto questo prima o poi finisca davvero.


Monicelli docet.

6 giugno 2010

Renzo Ulivieri - Citazione

L'idea non è male (NdR ridimensionare i premi per i calciatori), mi pare chiaro che ci sia necessità di risparmiare. Per l'appunto, cominci il ministro Calderoli a rinunciare alle sue indennità.

5 giugno 2010

Un caso senza speranza

Credo di essere un caso senza speranza. Andare in Duomo per me si tramuta, puntualmente, in passare dalla Feltrinelli o dall'Hoepli, con nuovo libro annesso. Di questo passo non ce la farò mai a leggere i libri che possiedo.

Comunque sia, il libro che ho comprato oggi mi soddisfa: Paura e disgusto a Las Vegas di Hunter Stockton Thompson. Non ho ancora visto il film che ne è stato tratto proprio per non togliermi tutto il gusto di leggere questo cult senza eguali.
Come per Il dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba di Peter George, l'input a comprare Paura e disgusto a Las Vegas me lo ha dato Say Goodbye. Ho già parlato del libro di Delfina Rattazzi, lo so, ma è realmente uno dei migliori che mi siano capitati tra le mani. Se vi capita di vedere ancora una copia in libreria prendetela, ne vale la pena.

Vedrai che...



3 giugno 2010

Vertigini

Questo, a mio parere, è la migliore cura.