31 dicembre 2009

Eclissi della Luna Blu

Siamo a poco dallo scoccare della fatidica mezzanotte, siamo a poco da questo 2010. Il mio saluto a questo 2009 a volte luminoso a volte fin troppo scuro lo do con la foto di questa luna un po' oscurata ma comunque splendente.

Mentre il benvenuto al 2010 lo do con una canzone, la canzone che ho in testa da settembre, che ogni volta che la ascolto mi fa pensare Voglio essere sconvolta, almeno per una volta ed è quello che sinceramente, mi auguro.





Dopo di che buona fine e buon inizio a tutti.

- 22h 45'

e io non so ancora cosa farò.

28 dicembre 2009

Farne a meno

Sarò io che sono come sono, ma vivrei tranquillamente se il giorno di domani non esistesse, se fosse possibile saltarlo e guardare già oltre.

27 dicembre 2009

Inutilmente utili pensieri

Non so se li cerco io complicati o se li attiro o se sono entrambe le cose insieme, ma mi trovo ad affrontare ragazzi dai mille pensieri. Quando si è presi e anche molto, come me ora, non è sempre bene farsi domande, ma non riesco a frenare i miei neuroni. Così mi chiedo se tutto ciò che sta nascendo sarà realmente costruttivo o se mi sto immergendo in un'altra storia, in un'altra vita, altri sogni da cui ne uscirò più distrutta di come ne sono entrata. Oppure se stia cercando di impegnare la mia testa con i suoi problemi così da poter non pensare i miei. E' retorico dire che per questi pensieri non ho risposta.

26 dicembre 2009

Voglia di fuggire

Ho una voglia di fuggire che mi pulsa nelle vene fino a farle quasi scoppiare, per andare dove non lo so, ma ovunque basta che non sia qui.

22 dicembre 2009

Futili auguri su Facebook

Sarà che in questo periodo io faccio razione doppia di auguri (a Natale e Capodanno si aggiungono il compleanno e l'onomastico), sarà che mi sembrano piccole grandi falsità/ipocrisie, sarà che mi sembrano solo byte occupati su pagine elettroniche, sarà che non so che farmene di tutta quella gente che, nella mia vita per il resto dell'anno, è poco meno di un grano di polvere, sarà quel che volete ma io di tutti i prossimi futili auguri ne faccio serenamente a meno. Senza offesa.

20 dicembre 2009

Facebook quiz again

Rieccomi di fronte a uno dei tanti test/quiz che invadono il mondo facebookiano. Ovviamente se ne vedono di tutti i colori ma questo test della personalità mi ha decisamente stupito, almeno in questo momento. Il risultato è:

Personalità Nuvola
Sei una persona che conquista subito la simpatia della gente, le tue battute sono attente e originali. Ami molto socializzare, lo scambio di idee, a volte idee troppo raffinate che ti rendono snob e altezzoso agli occhi dei comuni mortali. Essere te stesso non significa essere a tutti i costi stravagante, diverso! È da apprezzare la tua grandissima adattabilità e curiosità verso le novità, anche se purtroppo i tuoi contatti restano il più delle volte superficiali. Giù la maschera! La tua socievolezza inganna! Sono pochissime le persone che ti conoscono veramente perché si contano sulle dita quelli che possono accedere alla tua interiorità. Spesso risulti irraggiungibile, ponendo degli invalicabili confini di freddezza dietro un’apparente disponibilità. Hai paura della tua interiorità e la neghi agli altri, preferendo svolazzare in superficie. Per esorcizzare la potenza delle emozioni, degli istinti, delle pulsioni e delle passioni che così tanto temi, analizzi ogni cosa con l’intelletto. Per fortuna che almeno lo fai con ironia, e spesso con autoironia! A parte la tua presunta obiettività, le tue emozioni e i tuoi sentimenti sanno essere davvero speciali, disinteressati e puri come in pochi: non nasconderli a te stesso e agli altri!

Porca pupazza se mi calza a pennello (almeno in questo periodo)...

Gianna Nannini - Citazione

Ci sarà qualcosa nella vita per cui valga la pena
Ci sarà qualcosa che mi può stordire
Ci sarà qualcosa, anche una cura, un sogno per morire

19 dicembre 2009

-10

Ma ancora di far pace con quel giorno non ci riesco proprio.

18 dicembre 2009

In treno 2


Ore 11:40 Eurostar 9373 Carrozza 8

Sono nuovamente su un treno, il terzo in due giorni. Sono diretta in Calabria, verso “casa”. Sono passati poco più di due mesi e mezzo dall’ultima volta che sono tornata a Cosenza eppure mi sembra sia passata un’eternità. Quei pochi giorni a casa ad inizio ottobre sembrano esser stati una sorta di spartiacque, un confine, una porta oltrepassata che è stata chiusa. Non riesco a trovare parole adatte a spiegare quello che ho in testa, è come una spirale, un vortice che mi abbia preso, stravolto e, non contento, continua a stravolgermi.
Ho in testa la voce di Tonia che mi dice Non ho parole. Chiedo a me stessa Perché fidarsi di lei? In fondo era una tra tanti, poco più che una vaga figura in classe. Non ho risposta per questo se non che questo mi dice di fare l’istinto e io mi fido del suo giudizio. Durante il viaggio verso Pisa ho chiesto a me stessa quando tutto ciò è partito. Forse è stata la notte di Halloween, forse è stata la cioccolata calda successiva, forse è stato prima di tutto ciò. È partito così lentamente e in silenzio che non sono stata capace di focalizzare quello che stava accadendo, forse stavo realmente arrivando al limite, ad un passo dallo scoppiare e istintivamente ho cercato un’uscita di emergenza, qualcosa che mi aiutasse a venirne fuori segnata ma non distrutta. Quanti forse. Ogni volta che cerco di analizzare razionalmente ciò che mi sfugge, riempio i miei ragionamenti di forse. E non potrebbe essere altrimenti.
Ho aperto questo foglio elettronico già da un po’, cercando di mettere nero su bianco i pensieri che ho in testa ma è sempre qualcosa che mi mette in difficoltà.
Non è così facile che qualcuno mi colpisca, mi intrippi, non mi aspettavo che Bepp mi avrebbe preso dopo due anni che non lo vedevo, dopo due storie lasciate appese durante il secondo anno di università, dopo che la prima volta era scomparso lui e la seconda io. Non potevo neanche lontanamente immaginare che lui fosse interessato a me dopo esserci persi di vista e non esserci mai presi seriamente. Non sapevo chi avrei trovato davanti e non prevedevo che il cuore sarebbe andato a mille nel notare il suo atteggiamento, le frasi, i gesti. Ma, razionalmente, non potevo essere sicura del suo interesse, ciò che non è diretto è fraintendibile. Allo stesso tempo ho iniziato a sperare, “ho iniziato a sognare”, come cantano i Negrita.
Lunedì sera ho sclerato di brutto a casa di Tonia, già a pranzo ridevo senza motivo, la sera ero veramente al culmine. Tonia è riuscita a smontare pezzo dopo pezzo ogni mia scusa, ogni mia motivazione per fare finta di niente, per lasciar andare, per rimanere immobile, per nascondere. Qualsiasi cosa dicevo lei riusciva a ribattere in modo logico e centrando ciò che tenevo per me, ciò che non ammettevo. Mi sono trovata completamente disarmata, tesa in ogni fascia muscolare perché incapace di dire ciò che pensavo, non riuscivo a “sputar” fuori i pensieri. Non capitava dal 2005. Mi sono sforzata e qualche parola è uscita, sembrava un parto con complicanze, ma i dolori erano solo mentali.
Una volta aperto un varco trovare come passare è più facile anche se non scontato. Lunedì sera stesso ho trovato Bepp su MSN, ci siamo messi a parlare e io ho abbassato le difese. Non so se è stato di più il sonno, le parole di Tonia, le sue parole o un misto di tutto ciò. Non so neanche cosa aspettarmi, anzi non voglio chiedermi cosa troverò avanti a me.
Nella pausa a Roma tra un treno e l’altro, sono andata all’albero di Natale di Roma Termini, non lo vedevo dal dicembre del 2005. Quel albero non è semplicemente una decorazione natalizia, è un melting-point tra desideri, coperto di fogli delle più disparate forme. Nel 2005 ho scritto per Mattia, oggi per me.




Ore 14:48 Eurostar 9373 Carrozza 8

17 dicembre 2009

In treno


Ore 8:44 Intercity 657 Carrozza 10



Sono in treno, diretta verso 2 settimane di vacanza eppure, per un momento, sarei voluta rimanere a Milano ancora un po’. Non so esattamente quanto ma un altro po'. Ora però sono su un treno che viaggia fra la neve e quando guardo fuori mi perdo nella mia testa. Penso alla chiacchierata con Tonia e a tutto quello che scopri esser incapace di dire perché le parole che sono in testa non riesci ad afferrarle, penso che volevo dei cambiamenti questo anno ma non immaginavo così tanti, penso che non ci credevo realmente nell'amicizia a Milano e ora mi chiedo come facevo a vivere prima, penso che a volte tutto nasce dal niente o quello che reputiamo tale, penso che è molto più bello parlare davanti ad una cioccolata calda invece che scrivere, per quanto il primo sia estremamente difficile, penso che mi mancano ancora 3 ore e mezza di viaggio e io ho un po' di sonno, ma abbandonare i propri pensieri sulla prima neve mi tiene sveglia.

Ore 9:06 Intercity 657 Carrozza 10

13 dicembre 2009

Luciano Ligabue - Citazione

Quando batte un po' di sole dove ci contavi un po'
e la vita è un po' più forte del tuo dirle "ancora no".

11 dicembre 2009

Appena sveglia

Stamattina mi sono svegliata con gli occhi posticci e senza la forza necessaria per alzarmi dal letto. Non ricordo cosa ho sognato, ma di sicuro ho pianto.

10 dicembre 2009

Neve ad Agosto

Parlando su MSN può capitare di discorrere su un po' tutto, passando da un punto all'altro, da me a te, senza neanche farci troppo caso, senza darci troppo peso. Certo è normale chiedersi Perché ne parli con me? ma già normalmente ci facciamo troppe domande. Bersani cantava
Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane
ci si spalma sopra un bel giretto di parole vuote ma doppiate.
Così ho iniziato a parlare con una ragazza conosciuta solo pochi giorni fa e vista per poche ore, ma è la migliore amica di Noise e questo mi basta. In realtà non mi basta, in realtà nelle poche ore ho avuto la possibilità di verificare le mie sensazioni a pelle, quelle che ti rimangono attaccate sem
pre e comunque, per quanto il tempo passa. A pelle mi fido, anche se la mia fiducia è sempre condizionata, ma fido. Lei si fida di me, anche nel suo caso credo sia una fiducia a condizioni, ma si fida. In fondo perché domandarsi più del dovuto, ora come ora?
Mi ha definito una personalità evitante. Detta in breve, la persona che butta il sasso e nasconde la mano. Detto in modo più esteso, la persona sembra essere molto autonoma ed indipendente ma che magari ha difficoltà a gestire le persone di riferimento cercando di dimostrare la propria autosufficienza affettiva tentando di inibire i propri bisogni psicologici. Non a caso questa ragazza, Aleph, studia psicologia. Personalmente non amo gli psicologi (nel senso, quelli da cui vai appositam
ente a farti analizzare, senza offesa alla categoria, è un fatto a pelle), sono abbastanza gelosa dei miei pensieri e l'idea che qualcuno prenda più di quello che do non mi piace. Ma ogni cosa ha le sue eccezioni e sentire quello che Aleph pensa di me mi fa capire, più o meno, cosa trasmetto alle persone e mi aiuta a capire un po' me stessa. Quello che lei ha detto non è sbagliato, effettivamente parte della mia personalità è quella descritta, magari una parte anche abbastanza grossa. Ma io ho una visione delle persone, della loro personalità, come il riflesso di uno specchio dopo che è stato colpito da un sasso, tanti diversi se stessi, quali più piccoli, quali più grandi.
Abbiamo chiacchierato, in totale, per quasi 3 ore affrontando vari punti, parlando un po' di lei, un po' di me, parlando dei miei non-legami, del controllo razionale di me stessa, a volte anche estremo. La conversazione si è chiusa con il suo consiglio Devi ascoltare i tuoi desideri. Già. Il mio desiderio attuale (e per attuale intendo gli ultimi 4 anni almeno) è quello di essere sconvolta, stravolta fino all'ultima cellula, l'ultima molecola che mi compone. Ma chiedere questo alla mia razionalità è come chiedere la neve ad Agosto.

Excursus. Sono stata a Francoforte per il ponte lungo, con un po' di calma vedrò di parlare anche di questo, nel frattempo lascio la foto fatta ad una bancarella dei mercatini di Natale.

3 dicembre 2009

Confronti e pensieri a ruota libera

Io non ho mai visto abbastanza film, è qualcosa di cui ho realizzato il significato una volta che mi sono trasferita a 1000km da casa, da quello che allora chiamavo casa. A contatto con persone completamente diverse da me, con in comune solo il fatto di aver scelto quella facoltà, nel bene e nel male, mi ha dato la possibilità di confrontarmi con un ambiente realmente diverso rispetto a quello in cui ero vissuta per 18 anni. Una possibilità che non ho mai sfruttato a pieno, anzi di cui ho sfruttato solo un millesimo. In questa minima parte c'è stato il confronto con miei coetanei decisamente più appassionati di cinema di me (il che, di per se, non ci voleva molto), decisamente con maggiori conoscenze, tali da farmi sentire realmente "ignorante". Se per il libri ancora ancora riuscivo a cavarmela, i film decisamente erano (e rimangono) una lacuna. In questi 4 anni passati a Milano ho cercato un po' di recuperare grazie sia ai film gentilmente "prestati" dai miei colleghi, sia ai Bellissimi di Rete 4 (canale praticamente inguardabile, film di seconda serata a parte), sia allo streaming online. In realtà non ho recuperato granché, però un po' meno ignorante di prima lo sono. Stasera è toccato a un film del 2003, Big Fish di TimBurton. E' un film strano, non scontato, da vedere.
Come detto, non ho mai realmente approfittato del fatto di potermi confrontare con i miei colleghi di questi 4 anni di università. In questo tempo sono stata più che altro una realtà a se stante, a volte volente altre nolente. Certo io ci ho sempre messo del mio in questa situazione, tanto per dare un'idea, sono partita da Cosenza con il pensiero ben fisso in testa di non avere amicizie qui a Milano. Non so bene come spiegare questa mia convinzione, non riesco a farlo senza dover aprire un numero cospicuo di ricordi e pensieri annessi, cosa che ora non è il caso di fare. Comunque tutto è andato bene, nella media di alti e bassi, fino alla fine del terzo anno. Poi il mondo decide di scuotersi un po' di più, quel tanto che basta per cambiare un paio di carte in tavola, il numero sufficiente a stravolgere tutto, ma non subito, con una lentezza quasi sadica.
Alla fine del quarto anno ho deciso che questa volta dovevo essere io a decidere i cambiamenti da fare...e io volevo cambiare tutto il cambiabile. Così sono state spazzate via un po' di cose che hanno caratterizzato la mia vita qui:
- le lezioni in università (ma questo non per scelta mia, l'ultimo anno è solo di tesi [per mia immensa gioia])
- la Smemo che compravo puntualmente prima di ogni anno
- la pallanuoto con gli allenamenti serali, la doccia nello spogliatoio, la partita la domenica
- la Chiesa con i suoi appuntamenti fissi, le sue regole, le cose che non ho mai compreso e nessuno mi ha mai spiegato (probabilmente perché una spiegazione non me la possono dare)
- le persone con cui esco, tra nuove persone incontrate e persone riscoperte, per cui a loro volta nuove
- i posti che frequento, soprattutto alla perenne ricerca di un posto diverso, possibilmente fornito di buona birra
- i viaggi, prima concentrati tra Cosenza (il 99,9%) e Padova (il restante o,o1%) fatta eccezione per le due volte che sono stata da Tere e le altrettante volte che sono stata a Roma, ora dispersi un po' ovunque (soldi permettendo...)
- le abitudini, quasi tutte diverse
Sì, ho deciso di fare un po' di piazza pulita, di fare un po' di spazio o, forse, di darmi un po' di spazio. Non so bene cosa ne uscirà da tutto ciò, ma detto fra noi, non è un punto che mi interessa. Anche se ieri sera, tornando da casa di Tonia, ragionavo sul perché, dopo 4 anni, io abbia scelto di parlare con lei pur conoscendomi. La mia parte razionale e "calcolatrice" (so che è una parola brutta, ma mi serve per rendere l'idea di come niente il mio raziocino approvi senza prima aver valutato pro e contro) non se lo riesce ancora a spiegare, di conseguenza neanche io me lo spiego.
Anche per spiegare il pur conoscendomi dovrei riaprire un po' troppi capitoli per l'orario che si è fatto. Detto in breve, la mia dipartita da Cosenza mi ha lasciato un vuoto, molto più grande di quello che mi aspettavo, tale da portarmi a voler essere senza legami in una nuova città non mia, così da lasciarla libera come al mio arrivo (perché, come sapevo che sarei andata via da Cosenza, so che andrò via da Milano). Alle porte di questo ultimo anno mi sono posta la domanda "Ma cosa ho lasciato di mio qua? io vado via, ma una mia traccia è rimasta?", la risposta è stata "Probabilmente no e, anche se è rimasta, andrà via con la prima pioggia di ricordi". Non è stato piacevole pensarlo, ma effettivamente sono stata per buona parte del tempo, un pezzo intercambiabile, di quelli che il più fanno numero. E non era esattamente questa l'università che sognavo tra i banchi di scuola, quella che ti fa venir voglia di crescere velocemente e buttarti in una nuova avventura. Forse c'era qualcosa da cambiare e alla fine, chi non risica non rosica.

2 dicembre 2009

Lovin' Janis' voice

E' una di quelle artiste che o la si ama o la si odia...io la amo, amo quella voce da brividi.


1 dicembre 2009

It's a kind of sclero time

Odio la mia stanza. Anche se non è un vero e proprio odio, più che altro è le sensazioni che mi trasmette da venerdì notte che mi portano o ad avere l'intero apparato digerente ridotto a un nodo margherita o a sclerare senza motivo, da un momento all'altro. Qui la situazione non va per niente bene. Sono 4 notti che vado a letto tra le 3 e le 4 e ieri mattina davanti allo schermo del computer, a guardare immagini prese al microscopio a fluorescenza, contando le cellule positive ad una determinata sostanza [per immagine ci sono circa 200 cellule positive], rincoglionivo più del solito. Intanto sento una pulsione interna che mi spinge ad essere ovunque meno che in questa stanza, ma non posso certo stressare quel paio di amici che abitano qui vicino: pazienti sì, ma non santi.
Si stanno nuovamente avvicinando le 3, meglio obbligarmi ad andare a dormire.

Ps nel cercare un nodo che rendesse l'idea dello stato in cui stanno le mie viscere, ho trovato un qualcosa che mai pensavo potesse esistere Sweet Sugar Meeting, mostra scambio internazionale di bustine di zucchero. Dovete sapere che io non ho mai fatto collezioni "normali", tipo francobolli, numismatica, minerali, etc. Bene, io ho collezionato per un certo numero di anni (tipo 6/7 anni) bustine da zucchero, ma mai avrei pensato che potessero esistere eventi come questo.