18 dicembre 2009

In treno 2


Ore 11:40 Eurostar 9373 Carrozza 8

Sono nuovamente su un treno, il terzo in due giorni. Sono diretta in Calabria, verso “casa”. Sono passati poco più di due mesi e mezzo dall’ultima volta che sono tornata a Cosenza eppure mi sembra sia passata un’eternità. Quei pochi giorni a casa ad inizio ottobre sembrano esser stati una sorta di spartiacque, un confine, una porta oltrepassata che è stata chiusa. Non riesco a trovare parole adatte a spiegare quello che ho in testa, è come una spirale, un vortice che mi abbia preso, stravolto e, non contento, continua a stravolgermi.
Ho in testa la voce di Tonia che mi dice Non ho parole. Chiedo a me stessa Perché fidarsi di lei? In fondo era una tra tanti, poco più che una vaga figura in classe. Non ho risposta per questo se non che questo mi dice di fare l’istinto e io mi fido del suo giudizio. Durante il viaggio verso Pisa ho chiesto a me stessa quando tutto ciò è partito. Forse è stata la notte di Halloween, forse è stata la cioccolata calda successiva, forse è stato prima di tutto ciò. È partito così lentamente e in silenzio che non sono stata capace di focalizzare quello che stava accadendo, forse stavo realmente arrivando al limite, ad un passo dallo scoppiare e istintivamente ho cercato un’uscita di emergenza, qualcosa che mi aiutasse a venirne fuori segnata ma non distrutta. Quanti forse. Ogni volta che cerco di analizzare razionalmente ciò che mi sfugge, riempio i miei ragionamenti di forse. E non potrebbe essere altrimenti.
Ho aperto questo foglio elettronico già da un po’, cercando di mettere nero su bianco i pensieri che ho in testa ma è sempre qualcosa che mi mette in difficoltà.
Non è così facile che qualcuno mi colpisca, mi intrippi, non mi aspettavo che Bepp mi avrebbe preso dopo due anni che non lo vedevo, dopo due storie lasciate appese durante il secondo anno di università, dopo che la prima volta era scomparso lui e la seconda io. Non potevo neanche lontanamente immaginare che lui fosse interessato a me dopo esserci persi di vista e non esserci mai presi seriamente. Non sapevo chi avrei trovato davanti e non prevedevo che il cuore sarebbe andato a mille nel notare il suo atteggiamento, le frasi, i gesti. Ma, razionalmente, non potevo essere sicura del suo interesse, ciò che non è diretto è fraintendibile. Allo stesso tempo ho iniziato a sperare, “ho iniziato a sognare”, come cantano i Negrita.
Lunedì sera ho sclerato di brutto a casa di Tonia, già a pranzo ridevo senza motivo, la sera ero veramente al culmine. Tonia è riuscita a smontare pezzo dopo pezzo ogni mia scusa, ogni mia motivazione per fare finta di niente, per lasciar andare, per rimanere immobile, per nascondere. Qualsiasi cosa dicevo lei riusciva a ribattere in modo logico e centrando ciò che tenevo per me, ciò che non ammettevo. Mi sono trovata completamente disarmata, tesa in ogni fascia muscolare perché incapace di dire ciò che pensavo, non riuscivo a “sputar” fuori i pensieri. Non capitava dal 2005. Mi sono sforzata e qualche parola è uscita, sembrava un parto con complicanze, ma i dolori erano solo mentali.
Una volta aperto un varco trovare come passare è più facile anche se non scontato. Lunedì sera stesso ho trovato Bepp su MSN, ci siamo messi a parlare e io ho abbassato le difese. Non so se è stato di più il sonno, le parole di Tonia, le sue parole o un misto di tutto ciò. Non so neanche cosa aspettarmi, anzi non voglio chiedermi cosa troverò avanti a me.
Nella pausa a Roma tra un treno e l’altro, sono andata all’albero di Natale di Roma Termini, non lo vedevo dal dicembre del 2005. Quel albero non è semplicemente una decorazione natalizia, è un melting-point tra desideri, coperto di fogli delle più disparate forme. Nel 2005 ho scritto per Mattia, oggi per me.




Ore 14:48 Eurostar 9373 Carrozza 8

1 commento:

  1. ste non so cosa sia successo nella tua vita, questo post mi ha commosso...ti dico solo una cosa: va e prenditi quello che vuoi. lasciati andare, stravolgere e coinvolgere dagli eventi, dalle emozioni, da quello che vedi e quello che senti, dalle parole che ti confortano e anche da quelle che hai paura di sentire o che ti fa male ascoltare, và perchè, come dive Fabio Volo che io adoro, i toui sogni hanno bisogno di sapere che sei coraggiosa. un bacio.

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