Parlando su MSN può capitare di discorrere su un po' tutto, passando da un punto all'altro, da me a te, senza neanche farci troppo caso, senza darci troppo peso. Certo è normale chiedersi Perché ne parli con me? ma già normalmente ci facciamo troppe domande. Bersani cantava
Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane
ci si spalma sopra un bel giretto di parole vuote ma doppiate.
Così ho iniziato a parlare con una ragazza conosciuta solo pochi giorni fa e vista per poche ore, ma è la migliore amica di Noise e questo mi basta. In realtà non mi basta, in realtà nelle poche ore ho avuto la possibilità di verificare le mie sensazioni a pelle, quelle che ti rimangono attaccate sempre e comunque, per quanto il tempo passa. A pelle mi fido, anche se la mia fiducia è sempre condizionata, ma fido. Lei si fida di me, anche nel suo caso credo sia una fiducia a condizioni, ma si fida. In fondo perché domandarsi più del dovuto, ora come ora?
Mi ha definito una personalità evitante. Detta in breve, la persona che butta il sasso e nasconde la mano. Detto in modo più esteso, la persona sembra essere molto autonoma ed indipendente ma che magari ha difficoltà a gestire le persone di riferimento cercando di dimostrare la propria autosufficienza affettiva tentando di inibire i propri bisogni psicologici. Non a caso questa ragazza, Aleph, studia psicologia. Personalmente non amo gli psicologi (nel senso, quelli da cui vai appositamente a farti analizzare, senza offesa alla categoria, è un fatto a pelle), sono abbastanza gelosa dei miei pensieri e l'idea che qualcuno prenda più di quello che do non mi piace. Ma ogni cosa ha le sue eccezioni e sentire quello che Aleph pensa di me mi fa capire, più o meno, cosa trasmetto alle persone e mi aiuta a capire un po' me stessa. Quello che lei ha detto non è sbagliato, effettivamente parte della mia personalità è quella descritta, magari una parte anche abbastanza grossa. Ma io ho una visione delle persone, della loro personalità, come il riflesso di uno specchio dopo che è stato colpito da un sasso, tanti diversi se stessi, quali più piccoli, quali più grandi.
Abbiamo chiacchierato, in totale, per quasi 3 ore affrontando vari punti, parlando un po' di lei, un po' di me, parlando dei miei non-legami, del controllo razionale di me stessa, a volte anche estremo. La conversazione si è chiusa con il suo consiglio Devi ascoltare i tuoi desideri. Già. Il mio desiderio attuale (e per attuale intendo gli ultimi 4 anni almeno) è quello di essere sconvolta, stravolta fino all'ultima cellula, l'ultima molecola che mi compone. Ma chiedere questo alla mia razionalità è come chiedere la neve ad Agosto.
Excursus. Sono stata a Francoforte per il ponte lungo, con un po' di calma vedrò di parlare anche di questo, nel frattempo lascio la foto fatta ad una bancarella dei mercatini di Natale.
a me piace quando la gente riesce a capirmi subito, certo, a volte dà fastidio anche a me quando qualcuno va oltre, soprattutto se ci va credendo di stare nel giusto e senza voglia di compromessi tra ciò che pensa e ciò che è realmente, al di là di questo, mi colpisce molto la frase della tua amica...devi ascoltare i tuoi desideri...e io mi chiedo: come si fa??io li ascolto, ma desiderare qualcosa a volte ci rende ancora di più tristemente consapevoli che ciò che desideriamo non possiamo averlo.almeno per me.
RispondiElimina