Questo è uno dei commenti all'articolo Apologia del fascismo a Milano, le responsabilità di Stefano Faraoni
Eppure, vorrei ricordare un’ epoca, non mille anni fa, ma 25 anni fa, quando gli assassini di Ramelli furono presi. Vorrei ricordarla perché era un momento in cui sembrava potersi superare definitivamente la guerra civile che in Italia, dal 1919 in poi, si è scatenata più volte tra Fascismo e Antifascismo. La maggior parte degli appartenenti a quel gruppo di militanti di Potere Operaio che quella mattina attaccarono Ramelli che usciva di casa, impugnando chiavi inglesi, si era laureata poi in medicina. Alcuni di loro avevano assistito personalmente giovani in coma dopo un grave trauma cranico, dovuto a incidenti in moto. Avevano visto cosa vuol dire rompere la scatola cranica. Avevano capito di avere sbagliato, non si difesero nemmeno, confessarono e pagarono, con tutti gli sconti delle nostre leggi, una volta tanto giustamente permissive. La madre di Ramelli perdonò. Quelli che uccisero Sergio sono tornati medici, sono ormai vicini alla pensione. Attento Stefano, quell’assassinio fu uno dei tanti, perfettamente inutili, di un’ epoca in cui erano i Fascisti che non avevano diritto di parlare. Vorrei ricordare, rimanendo a Milano, altri due omicidi inutili, di cui non si sono mai trovati gli assassini, quello di Fausto e Iaio. Uccisi a pistolettate solo perché uscivano da un concerto di sinistra. In quegli anni più di cento giovani caddero, come loro, in tutta Italia e molti perché erano nel posto sbagliato, al momento sbagliato, vestiti nel modo sbagliato. Sì, ora è il revanscismo di una destra tornata forte numericamente che scatena questa nuova voglia di guerra civile, ma il ricordo di quei giorni, incancellabile per i sessantenni come me che hanno fatto il 68, tra i Fascisti, a Bologna, e per il mio amico Marco, che ha fatto il 78 nelle BR, e si è fatto quasi 20 anni tra galera e libertà vigilata, vorrei che rimanesse vivo per non ricascarci ancora e ancor più inutilmente di allora.
Nessun commento:
Posta un commento