18 ottobre 2009

Stravolta a metà

E' bastata una settimana per stravolgermi a metà, 7 giorni che a me sembrano un'eternità e guardandomi intorno mi viene solo da ridere. Sì, da ridere, penso a me stessa ora e prima e rido, ma il motivo non so bene quale sia, o forse lo so. Sono stravolta a metà, certezze già vacillanti o quasi inesistenti sono crollate come un castello di carte eppure non ne sento la mancanza. Negli ultimi quattro anni di castelli di carta ne ho visto crollare parecchi, il più delle volte lasciando in me un effetto tanto devastante quanto accuratamente occultato, ora invece rido. In questi due giorni mi sono "fissata" con Fairy girl di Elisa, da venerdì mattina la sento cantare nella mia testa e si ferma solo quando ascolto altro. Quando accade una cosa simile c'è sempre un motivo, questo lo ho imparato da passato, c'è sempre qualcosa nell'aria, come gli uccelli che volano bassi, l'odore della pioggia, la calma prima di acquazzone.
Sono stravolta a metà e non so quanto ci vorrà per stravolgere ciò che resta perché ancora non so bene chi sto diventando, sono ancora in quel unsteady state in cui tutto o quasi è possibile e tutto o quasi può accadere. Forse anche per questo rido, è come se al momento io fossi priva di forma, come un impasto che si sta amalgamando, come un maionese che sta venendo ma può sempre impazzire all'ultimo. Poco fa ho ascoltato Non è tempo per noi di Ligabue e mi sono tuffata in quel testo perchè lo sento mio, sento mia la sensazione di quando sembra di essere, nel bene e nel male, fuoriposto rispetto al resto del mondo.


Non e' tempo per noi che non ci adeguiamo mai
Fuorimoda, fuoriposto, insomma sempre fuori dai

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