24 giugno 2015

A una spanna da terra

Dentro la disco la festa continua, la musica è ad alto volume e l'alcol che continua a scendere. Mi sento su un altro pianeta, forse lo sono. Le ultime ventiquattro ore hanno sgretolato muri di dubbi e la paura di non farcela, di non essere all'altezza. Sono su un altro pianeta, ballo, rido, festeggio, mi sento ad una spanna da terra. Il dolore di prima non lo ho dimenticato, ma anche la Simo balla, ride e festeggia per me. Al resto ci penserò, non oggi.

Mi guardo in giro, incrocio visi di persone che non conosco, anche loro a ballare e ridere. Scannerizzo chi mi circonda. Analizzo, tra un sorso e l'altro. Con lo sguardo vado oltre, poi ritorno. Faccio ipotesi, continuo ad analizzare e controllo quanto possa sbagliarmi. Certe cose non cambieranno mai, rimarrò sempre la stessa Ste. Non resisto alla tentazione di scandagliare ciò che mi circonda. La Simo lo sa bene. Credo abbia capito, mi conosce bene. È uno di quei momenti in cui la Ste-faccia-di-bronzo entra in scena, con tutto il rumore, la spavalderia e la noncuranza che la caratterizza. La Ste-introversa si rimpicciolisce fino a scomparire. Non prendo neanche in considerazione che possa essere un palo, alla Ste di ora non interessa. 

Anche perché ormai ho deciso, è lei. Jeans e t-shirt chiara. Seduta a bere il suo cocktail tra le amiche. Ride e parla con loro. La squadro. Analizzo gesti, espressioni, posture. Aspetto. Riconosco l'adrenalina che corre lungo il mio corpo, quei piccoli brividi, l'accelerare del battito. Continuo a guardare, sono a pochi metri, abbastanza da osservare ma non da essere notata. Non riesco a definirla, devo essere troppo brilla per questo, ma poco importa. Ride e parla. Mi piacciono i suoi occhi quando ride. Mi piace quando ride. 

Rimane seduta da sola e beve il suo cocktail. È quello che aspettavo, è il mio semaforo verde.

Mi avvicino sicura, fino a un passo da lei. "Tu non puoi stare qui seduta. Ora ti alzi e balli". Mi guarda incredula, non se lo aspettava. "Ma il mio cocktail?".  "Lo poggi da qualche parte, non mi interessa. Tu ora ti alzi e balli". Le porgo la mano e le sorrido. Si alza e mi segue, verso il centro di quella piccola pista. Sento gli occhi della mie e delle sue amiche su di me, sento anche il sorriso Ma te pareva della Simo. Sorrido, la osservo da vicino mentre balliamo. Ha le mani piccole e gli occhi scuri come i capelli. È su di giri, almeno quanto me. Balliamo, parliamo, ci guardiamo. Conduco il gioco. Partono silenti sfide. Ridiamo.

Sono tornata da poche ore, sono a casa. Il mio mondo è stato stravolto e le cose da affrontare sono tante. Ma non ora, non oggi. Oggi sono a una spanna da terra.

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