13 settembre 2009

Fini vs Bossi: la farsa continua

Visto la poca vena di tornare a parlare un po' di me su queste pagine telematiche, mi dedico alle vicende di questo nostro piccolo e "travagliato" paese.
Come si dice, uomo avvisato mezzo salvato: non ho nessuna intenzione di essere politically correct, anzi, dico di più, ho certa vena ironica che in questo momento vuole dire anche la sua, se a qualcuno questo può dare fastidio, si fermi adesso o, se continua, taccia per sempre e non dica di non essere stato avvisato.
Allora l'ultima notizia ad aver stuzzicato i miei neuroni è quella del botta e risposta tra il Presidente della Camera Fini e il Senatur Bossi. E già, che che ne dica l'addetto alle comunicazioni di turno nel PdL, gli animi sembrano meno che mai placati, anzi alta e bassa pressione sembra che stiano per scontrarsi in un ciclone di cui i danni, visibili o meno, non sono ancora prevedibili.
Quale sia mai il pomo della discordia? Gli immigrati extracomunitari. Ohibò! Pensare che questi due battibeccano su codesto tema coglie quasi di sorpresa. Stiamo pur sempre parlando di Gianfranco Fini, che mosse i suoi primi passi in politica nel Fronte della Gioventù, una sorta di gruppo-apprendistato del Movimento Sociale Italiano (meglio noto come MSI), per poi attraversare l'MSI stesso, fino alla fatidica svolta di Fiuggi nel gennaio del 1995, dalle cui ceneri nacque Alleanza Nazionale e tutti i futuri accordi con il premier-imprenditore Berlusconi. Che mirabolante storia! Che mirabolanti cambiamenti! Fini, infatti, in poco tempo passato da frasi come ...chi è vinto dalle armi ma non dalla storia è destinato a gustare il dolce sapore della rivincita... Dopo quasi mezzo secolo, il fascismo è idealmente vivo... (maggio 1992); Mussolini è stato il più grande statista del secolo... Ci sono fasi in cui la libertà non è tra i valori preminenti (giugno 1994), a propruniare tesi quali È giusto chiedere alla destra italiana di affermare senza reticenza che l'antifascimo fu un momento storicamente essenziale per il ritorno dei valori democratici che il fascismo aveva conculcato [fonte 1 e fonte 2]. Che dire, un cambiamento mica da poco. So che le mie parole suoneranno un po' scettiche [ma poco poco], ma non è che io non creda nei cambiamenti [1 su 1000, anzi su 100000 rinsavisce] e che quelli repetini in situazioni "normali" non mi hanno mai veramente convito. L'altro personaggio è l'altrettanto noto Umberto Bossi. Hollalà! Quanto si potrebbe scrivere su codesto uomo [citando ovviamente fonti ufficiali, che che ne dica il nostro Premier], ma sono costretta a stringere il più possibile. Partiamo allora da un giovane Bossi, iscritto a Medicina che quando mancavano 11 esami decide di lasciare tutto e di dedicarsi alla sua grande passione: la Politica! Ebbene sì, prima di fondare il partito di cui è oggi esponte di spicco, Bossi fa esperienze di tutti i tipi, dai comunisti italiani (PCI) ai Verdi, passando per il gruppo di estrema sinistra Partito di Unità Proletaria. Nulla di male in fondo, se non fosse che per anni ha mentito alla prima moglie dicendo ogni mattina di andare in ospedale a lavorare. Ma come possiamo noi biasimarlo, non poteva perdere tempo a trovarsi un lavoro, tutte le sue forze dovevano essere convogliate nella sua migliore creazione, venuta alla luce alla fine degli anni '80: la Lega Nord [fonte 1 e fonte 2]. Così insieme alla seconda moglie sicula (per la quale sta ancora cerca un siero anticorpale capace di eliminare gli antigeni del Sud), ai figli e ai parenti sistemati qua e là [emblemare il caso nel europarlamento saltato fuori pochi anni fa e di cui nessuno ha più memoria], tra uno slogan storicamente assurdo e un'offesa al tricolore, il Senatur è arrivato alle ultime interessanti dichiarazioni.
Al Senatur le aperture sui diritti degli immigrati proprio non scendono giù, proprio a lui che probabilmente toglierebbe gli stessi diritti a buona parte della popolazione del sud [me compresa], e non ci sta a sentire minare le sue certezze da uomo pronvincialotto quale è. Così, tuonante e suonante, ieri ha fatto sentire la sua voce, fino a proferire Fortunatamente la Lega è molto forte in Parlamento e sono costretti a seguirci tutti. E anche i nostri alleati devono dire sì perchè, se la Lega non dà i voti ai grandi progetti, non li avrebbero per andare avanti [fonte].
Che belle parole, pregne di significato. Ma adesso la domanda mi sorge spontanea: per quanto ancora vogliamo essere disposti a farci prendere a pesci in faccia da cotali macchiette della politica italiana?

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