I ricordi non devono essere esteticamente belli, sono ricordi punto e basta.
E' stata la frase che ti ho detto dopo essere passata da scherzosa, a incazzata per poi essere scazzata e infine contenta. E' quello che credo, per me i ricordi non devono essere foto mirabolanti, anzi spesso i miei "ricordi" sono cose stupidissime quali un biglietto, uno scontrino, una frase. E' stata la serata del concerto di Gianna Nannini, qualcosa di fantastico, di elettrizzante, da rimanere senza voce. E' iniziato con Maledetto Ciao [Siamo spiriti, spiriti per una breve eternità] e già lì si cantava a squarcia gola. Poi un susseguirsi di canzoni ed emozioni, le più varie e io, quando non stavo con lo smartphone a registrare un video, stavo a braccia conserte ma non perché non provassi niente, invasa da quelle vibrazioni, da quelle parole, come quelle di Sogno [Ci sarà qualcosa nella vita per cui valga la pena], ma perché è la cosa più simile ad un abbraccio quanto ci si sente soli. E io in quei momenti, tra tutte quelle persone, mi sentivo stupidamente sola. Poi è arrivata Sei nell'anima [Sei nell'anima e lì ti lascio per sempre sospeso immobile fermo immagine un segno che non passa mai] e lì volevo morire. Mi sono catapultata senza paracadute nei ricordi di 3 anni fa, nei ricordi di Mattia perché quella canzone è un po' la canzone di Mattia, era quello che volevo dirgli e che allora non ho mai avuto il coraggio di farlo. Anche tu lo hai capito e hai fatto sentire che c'eri mentre io continuavo a cantare (stonata come sono, ma per fortuna lì si sentiva poco) parole che non ho mai voluto dire. Sì, quella canzone mi ha fatto morire. Da lì in poi ho sempre sentito che c'eri, mi sono detta No, non sono sola e mi sono sentita stupida di essermi sentita sola. Non ho fatto caso a quanto sia effettivamente durato il concerto, ma a mezzanotte passata stavamo alla stazione di Porta Venezia, direzione Mono. Lì il "teatrino" delle foto prese di forza, restituite da incazzata e riprese da scazzata. Hai detto che ci voleva qualcosa da bere per far pace, io in realtà non ero esattamente incazzata con te, ma mi aveva "dato fastidio" un po' il fatto che ti ostinassi a volere un motivazione che effettivamente lì per lì non avevo o quasi, sapevo che sarebbero finite a far parte di una sorta di scatola dei ricordi ma perché loro e non altro non c'era un motivo reale. Comunque una Menabrea in questi momenti è sempre buona, se poi diventano due è ancora meglio (e come hai detto anche tu, una terza ci sarebbe anche stata).
Mentre eravamo ancora in metro ti ho detto che ci sono mondi dove posso ancora parlare, anzi scrivere di tutto. Ho stuzzicato ulteriormente la tua curiosità, ti avevo già parlato di luoghi che le persone che mi conoscono nella vita reale non possono conoscere. Mi riferivo soprattutto a questo blog e so che parlando in quel modo non faccio che spingerti a voler sapere, rischiando di incuriosirti così tanto da portarti a cercare, lo so bene e da una parte ammetto che vorrei essere scoperta.
Ti ho parlato anche della Smemo del 2007, quella che nessuno ha mai letto e che nessuno deve mai leggere. E' il posto dove ho scritto in modo in cui neanche qui ci riuscirei, in un periodo strano (come ogni periodo della mia vita d'altronde). La prima volta che ci scrissi fu il 30 Luglio 2006, parte di quello che scrissi lo posso rendere prologo di questo blog:
Questo è mio! è la mia storia, è la mia vita (...) Sarà il mio ricordo, sarà le mie foto perché non voglio foto (...) resterebbe qualcosa di troppo nitido, mentre le foto di inchiostro sembreranno avvolte da una nebbia di sogni che smussa un po' tutto. (...)
Ma questo è mio! e probabilmente nessuno può capirlo...questo è mio! E' la mia vita, o meglio quello che rimane! Sono i miei pensieri in inchiostro, è l'inchiostro dei miei pensieri.
E'! Punti sospensivi, punto esclamativo, punto interrogativo e di nuovo esclamativo. Punto e basta.
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