4 aprile 2010

Tra sacro e profano

Premetto che il contenuto di questo post potrebbe essere considerato offensivo e blasfemo da alcuni lettori. Se continuate a leggere abbiate la consapevolezza di non rompere le scatole alla sottoscritta.

Mi è toccato andare alla messa-veglia di mezzanotte: la pace familiare (nonché la pace dei miei nervi) vale questo e altro. Al di là del fatto che è finita all'una passata, devo dire che è stato piacevole: di quello che proferivano le voci all'altare ricordo ben poco (ok la presenza ma ascoltare cose conosco a memoria diventava un po' troppo) ma il teatrino che si svolgeva tra i banconi lo ho gustato a pieno. Ragazzine che facevano avanti e dietro, make-up e paillette degne di una serata in discoteca, vociare che copriva a tratti quello del predicatore di turno. Insomma un mondo a se stante rispetto alla funzione. Lungi da me il giudicarle, anzi le ringrazio per avermi tenuta sveglia tutto il tempo. L'unica parte della celebrazione che ho ascoltato è stata la lunga omelia, sforzandomi di non fare espressioni che lasciassero trapelare i miei pensieri. Ed è stato arduo: mi dispiace per il parroco, ma a me la creazione sa di favola per bambini e l'idea di esser frutto di una costola altrui mi fa al quanto ridere. Insieme ad altri precetti (e preconcetti) cattolici, senza i quali ho scoperto di vivere benissimo.

Auguri di buona Pasqua, tra poco sacro e tanto profano.

1 commento:

  1. ste sapessi cosa ho dovuto sopportare io durante la messa...ne sono uscita con un muso che strisciava a terra...
    vabbè,
    auguri di buona pasqua :-)

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