Dal file.
Mi prendo qualche minuto per scriverti. Prima avevo in testa di scriverti un messaggio ma poi mi sono sentita stupida nel farlo, cioè reputavo stupido quello che avevo da scrivere per cui ho lasciato stare. Poi ho pensato alla mail, alla fine ho riaperto il file. Stamattina sono andata in stazione a “prendere” Bepp. In realtà è un suo amico che ci ha caricato entrambi e ci ha portato a casa di Bepp. Siamo stati insieme fino alle 13 circa, poi lui aveva da fare e si è scusato almeno una decina di volte per questo. Nello scrivere questo mi viene da sorridere, mi fa strano sentire che si scusa per ciò. Non ci sono stati problemi se non la mia testa, per questo ti scrivo, perché non riesco a togliermi dalla testa i pensieri. Quando ero con lui ero come su un altro pianeta, con un’altra testa, un’altra me. Ed è stato tutto semplice, semplice rivederlo, semplice giocare con i suoi capelli in macchina, semplice stare a chiacchierare con i suoi amici, semplice parlare con lui, semplice appoggiare la testa sulla sua spalla, semplice baciarlo, semplice stringerlo forte, semplice volerlo sebbene non si potesse andare oltre. Semplice. Una semplicità che mi disarma completamente, che ingolfa il motore del mio cervello, che mi fa chiedere "Ma come può essere così semplice?"
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