18 febbraio 2009

Sono io quella storta

Poco meno di un ora fa sono uscita qualche minuto fuori a "prendere una boccata d'aria". Milano di notte è diversa ma allo stesso tempo profondamente lei. Soprattutto non è mai silenziosa: qualche auto o moto che passa, i mezzi dell'AMSA all'opera, le sirene di un'ambulanza,... Per quanto chi ci vive si lamenti, dubito che riuscirebbe a fare a meno dei rumori urbani. In un certo senso ti tengono compagnia.
Mentre ero fuori pensavo alla mia ultima conversazione con i miei, come tutti i genitori hanno iniziato a farmi le classiche domande e consigliarmi sul cosa fare (NdR da qualche giorno ho qualche linea di febbre, raffreddore, un po' di mal di gola e raucedine, a cui ieri si è aggiunta la congiuntivite): come va il raffreddore? e il mal di gola? mi raccomando non andare in piscina che la congiuntivite è contagiosa! copriti bene! ti sei misurata la febbre? fatti un po' di camomilla con il miele! Sarà il periodo di esami, sarà altro ma ho risposto in un modo sca**ato o quasi. Cosa che i miei hanno subito capito e io, dal loro tono di voce, ho compreso che lo avevano capito. E ci sono rimasta male perchè so che loro tentano di intavolare una conversazione cercando di rompere i miei monosillabi, sono io quella storta della situazione e mi dispiace veramente. Non sono esattamente la figlia che passa ore a parlare con i genitori per telefono, spesso faccio difficoltà a trovare qualcosa di cui parlare. In realtà con nessuno passo ore al telefono. In realtà con quasi nessuno mi sento, compreso mio fratello e i miei nonni: non è mancanza di affetto, è che sono così. La persona con cui riesco a parlare di più è Teresa ma, per un motivo o un altro, anche con lei mi sento poche volte.
Non è che io non senta il bisogno di parlare, ma quando capita è come se riuscissi a metterlo da parte e dopo un po' non ci pensassi più. Lo ho scritto, sono storta.

4 commenti:

  1. posso permettermi un po' di brutale sincerità anche se non ci conosciamo? lo faccio solo perché nelle tue parole riconosco davvero tanto il paolo che fui...perché ti senti storta? solo perché chi ti sta attorno appare dritto? la verità è che le tue parole sono zuppe di sensi di colpa. sensi di colpa nei confronti dei tuoi genitori che ci restano male se tu rispondi a monosillabi. Sono i tuoi genitori? ti amano? e allora capiranno sicuramente... frasi del tipo "fatti una camomilla" oppure "la congiuntivite è contagiosa" sono le classiche frasi di chi vuole spezzare il ghiaccio con una piuma. Vogliono davvero parlare con te? lascino perdere i consigli di suor germana e inizino a piegarsi per il mondo dal tuo punto di vista. ho fatto fatica e ho sofferto non poco per capire che amare non è assillare bensì essere discretamente presenti. è chiaro, dalle tue parole, che hai bisogno di silenzio in questo periodo. dillo tranquillamente ai tuoi genitori sperando che loro capiscano. non ho mai capito il senso di una telefonata che non dice nulla. eppure sono cresciuto circondato dal dover telefonare per non dire nulla. ai nonni. agli zii. ai cugini. ore e ore buttate via per parlare di spalle doloranti, del tempo e del fatto che non ci sono più le mezze stagioni. ogni tanto può anche andare un saluto veloce e un ti voglio bene. ma se è il silenzio che cerchi, il silenzio prenditi. goditelo. ascolta te stessa. la voglia di parlare e di ascoltare verrà da sola, secondo me.

    Perdonami se son stato così irruente. per trent'anni io sono stato ligio alle convenzioni e sono stato male. poi, un giorno, ho capito che non aveva senso. e ho iniziato a sorridere alla vita. a stare meglio. adesso, se e quando sento i miei, non mi sento più in colpa se evito di parlare di camomille e di raccomandazioni.

    Un abbraccio

    RispondiElimina
  2. a volte parlare è difficile, o semplicemente non si ha voglia di parlare, e allora meno male che esistono i blog!

    RispondiElimina
  3. "sono storta"

    Nick a parte, stessa inclinazione (ma come sono simpatico neh?).

    Potremmo sempre ritirarci in clausura senza troppi drammi...

    RispondiElimina