27 febbraio 2010

Pagare dazio

Ieri sera sono tornata tardi dal laboratorio (tanto per cambiare), per di più avevo mandato a farsi benedire metà esperimento quando si è ribaltato il porta-eppendorfine (ossia queste provette qui, la cui "altezza" non supera il centimetro e mezzo). Cucinare non rientrava nelle mie capacità di quel momento e ho ripiegato sul ristorante italo-cinese vicino casa, ormai meta dei pasti in extremis (ossia quando manca voglia/materie prime/tempo). E Tonia mi ha seguito, anche perché lì non si mangia per niente male! Le risate non mancano mai quando si parla dei discorsi che fanno le ragazze del laboratorio in cui sto facendo la tesi, visto che ultimamente vertono su argomenti pseudo-porno (e ringraziamo che il capo non entra mai in quei momenti!). Discorsi futili e semi-imbarazzanti, specie se non si è in un tavolo isolato. Ogni tanto buttavamo l'occhio sul ragazzo che stava al tavolo accanto al nostro, giusto per vedere le reazione che aveva.
Non riesco però a capire come un discorso futile sia poi diventato un discorso decisamente più impegnativo, anche troppo per me che mi sono trovata a "dover" mostrare scheletri nell'armadio poco piacevoli e ferite tutt'altro che rimarginate. In realtà credo che entrambe ci siamo sputtanate (perdonatemi il francesismo) più di quanto avevamo messo in conto; solo che inizialmente il manico del coltello l'aveva in mano la mia curiosità e poi è bastata una domanda per trovarmi disarmata con le spalle al muro. Tornando a casa mi sono detta Ste te la sei cercata. Ma è possibile che io non riesca più a controllare le situazioni e a sviare tutto ciò che mi riguarda troppo da vicino? Non mi piace l'idea che qualcuno mi riesca a mettere nell'angolo, anche se si tratta di una persona di cui mi fido. Ieri sera avrei potuto non rispondere, andarmene via come ho fatto in passato ma avrei distrutto quel poco che ho "costruito" in questi mesi.
Se c'è una cosa che da sempre fa parte di me è la voglia di scavare nella persona che ho di fronte, conoscere il più possibile, capire il più possibile. Non è una bella immagine, lo so, ma delle persone non mi interessa quello che fanno vedere, mi interessa quello che tengono da parte. Può sembrare una curiosità morbosa, forse lo è. Riesco a farlo nascondendo bene me stessa, anzi più conosco di una persona più sono capace di nascondere qualcosa di me, ciò che dico di me stessa non è mai un caso ed è una cosa ampiamente ponderata. Cercare i punti più nascosti di una persona fa parte del mio DNA, se esistono dei geni che sono alla base di ciò, di certo sono espressi nei mie neuroni. Per me è naturale, così naturale che la curiosità stessa è la cosa più celata. Anche con Tonia è così, anche con Tonia cerco di capire ciò che lei non vuole dire, ma lei è capace di farmi pagare dazio più di quanto riesca mai a mettere in conto.

2 commenti:

  1. A volte è così strano trovare negli altri una caratteristica che si ha anche noi e che nell'altro ci mette a disagio.. Però è un modo per conoscerci meglio!

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  2. io apprezzo le persone come te...quelle che cercano di vedere oltre, quello che non si vede, che a volte non si percepisce, quello che non si conosce. per me è sintomo di intelligenza.
    cia ste

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