Avevo in mente questo post ieri sera, adesso non so quanto io sia capace di ricostruire i pensieri che lo componevano, forse alcuni li ho anche persi.
Ogni tanto provo a spiegare a quelle poche persone con cui parlo che significa per me raccontare quello che ho in testa, cerco di farmi capire ma non è mai così semplice. I pensieri per me corrispondono a pesi, in tutti i sensi che quest'ultima parola può prendere. Durante i primi anni del liceo ero la classica confidente di tutti, pronta ad ascoltare qualsiasi cosa passasse per la mente agli altri. La mia era una scelta sistematica, il peso dei pensieri altrui schiacciava i miei e io così evitavo di pensare. Da allora, o forse anche da prima, ho collegato alla parola pensiero la parola peso, come se ogni pensiero sia una sorta di sasso. Parlando con una mia amica di Milano su MSN scrissi questa sorta di flow chart
farsi conoscere significa raccontare ->; raccontare significa passare pensieri ->; pensieri significa passare emozioni ->; passare emozioni significa condividerne il peso ->; condividerne il peso significa appesantire qualcuno ->; i "massi" troppo pesanti ci pensi due volte prima di condividerli
So che può sembrare contorto, anzi è contorto, ma questo è il mio modo di vedere.
Pur pensandola così, io ho il bisogno di parlare, di raccontare, di toglier fuori parte del peso dei pensieri. E' alla base del motivo per cui alla lunga non riesco a tenere tutto per me, del motivo per cui ho creato un nuovo spazio dove scrivere, questo blog, dopo aver odiato quello vecchio. Martina mi ha chiesto come faccio a parlare di me in un posto dove teoricamente chiunque può leggere ciò che racconto. La mia risposta è stata E' liberatorio. Parlare con persone che siano reali o virtuali mi da un senso di liberazione misto a libertà; libertà da me stessa soprattutto.
Solo che, come scrissi a quella mia amica, i massi troppo pesanti non riesco a liberarli, dal mio punto di vista non è giusto per chi li ascolterebbe. Per me si tratta di un fatto di giustizia ed è la cosa che nessuno riesce realmente a capire.
Noi umani siamo tutti colpiti dalla maledizione del bisogno di condivisione. Abbiamo bisogno di essere capiti e ci arrabbiamo quando non lo siamo. Sarebbe bello se ci bastasse la nostra di comprensione, ma un mondo di saggi taciturni sarebbe forse un pò troppo noioso!
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