29 giugno 2008

Terza casa

Eccomi di nuovo a Milano. Sono a casa da poco più di 30 minuti e già sento l'afa sulla pelle, mi sa che ricorrerò al ventilatore. Sono quasi 3 anni che vivo buona parte dell'anno qui e ormai la considero una terza casa (seconda è quella del mare), un posto familiare, almeno le zone che conosco di più. I primi periodi che vivevo a Milano, mi chiedevo come riuscissero le persone a dormire in un posto dove il silenzio è un utopia: la prima stanza dove ho vissuto dava proprio sulla linea del tram 5, ma in assenza dello suo stridore c'erano un'auto o una mota che esprimevano il massimo della loro accelerazione o il brusio dei pulisci-strada AMSA o la sirena assordante di un'ambulanza. Per me che avevo vissuto più di 18 anni in un paese a ridosso di Cosenza, dove la notte gli unici rumori che sentivo erano il vento che sferzava gli alberi o l'abbaiare di cani randagi dispersi nella campagna che si estendeva dietro casa mia o i grilli quando arrivava la bella stagione, era veramente "nuovo". Quando sono iniziate le nottate sugli appunti ho capito che quel sottofondo tenesse compagnia, quasi come non esser mai soli.
Tornando alla personale traversata italica, lo scatto di saluto alla mia Calabria, con il sole ormai dietro le montagne. 

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