28 maggio 2008

Funambola sulla corda del fare

Quante volte ripensiamo a qualcosa prima di prendere una decisione? Quanto tempo passiamo a arrovellarci il cervello se quella cosa è giusta o no, cosa comporta e non comporta? Se poi pensiamo a qualcosa che riguardi una relazione interpersonale (reale, virtuale, ipotetica, futura o immaginaria che sia) la situazione diventa ancora più wobble, cioè oscillante, instabile come le wobble base pair durante il processo di traduzione da mRNA a proteina. Mi viene in mente la scena di un ragazzo (ma potrebbe benissimo essere una ragazza) che prima di suonare il campanello fa avanti e dietro, muove la mano e poi la riporta in tasca o vicino la testa. Come se ogni volta si utilizzi una margherita mentale "lo faccio, non lo faccio, lo faccio, non lo faccio,..." e non contenti della prima margherita, si usi una seconda, una terza, una ennesima, con due possibili conclusioni: o si tira a caso negli ultimi 2 secondi rimasti o si lascia che il tempo scorra senza prendere alcuna decisione. Ecco la descrizione, anche se limitativa, del mio carattere quando mi trovo a avere a che fare con qualcuno che mi interessa: macero i pensieri a tal punto che a volte mi chiedo quale fosse il problema primario. In questo tira e molla mentale si inserisce la mia componente istintiva che fa esattamente il contrario di quello che decide la ratio: se il mio cervello dice di non fare una cosa il mio istinto mi porterà a farla (quando riesce a prevalere). Alla fine mi sento una perenne funambola wobble sulla corda del fare.

1 commento:

  1. buondì...fra ratio e fare chi prevarrà? Eh, sì! E' complicato vivere... ma sono sicura che prenderai la deicisone giusta...

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